Camillo Bertarelli, ciclista professionista dei primi anni del Novecento, si spense il 27 novembre 1982 a Milano. Nato il 10 marzo 1886 a Capaccio Paestum, portava con sé radici lombarde: il padre, capostazione, si trovava nella cittadina della Piana del Sele per lavoro.
Gli inizi e la carriera
Fin da giovane Bertarelli si dedicò al ciclismo, intraprendendo la carriera professionistica dopo il ritorno della famiglia a Milano. Tra il 1908 e il 1921 partecipò a numerose competizioni, distinguendosi con risultati di rilievo: 14° al Giro d’Italia del 1913 e 8° al Tour de France dello stesso anno, dove fu il primo degli italiani e il migliore della categoria “Isolati”. L’anno successivo tornò a correre al Tour, confermando la sua determinazione.
La guerra e il ritorno alle corse
La Grande Guerra segnò profondamente la sua vita: ferito sul Monte Grappa mentre prestava servizio come bersagliere, riuscì comunque a riprendere l’attività agonistica, ottenendo altri successi. Conclusa la carriera sportiva, si reinventò come costruttore di biciclette, fondando un marchio personale.
Il legame con il Cilento
Il nome Bertarelli resta legato anche al fratello Luigi Vittorio, geografo e speleologo di fama, primo presidente del Touring Club, che a sua volta transitò per Capaccio Paestum.
Un ricordo che resiste
A quarant’anni dalla sua scomparsa, Camillo Bertarelli continua a essere ricordato come un grande protagonista del ciclismo italiano. La sua abilità e la sua tenacia sulle due ruote lo hanno reso un punto di riferimento per gli appassionati, che ancora oggi celebrano la sua vita e la sua carriera.


