Una revoca firmata senza competenza è costata cara all’ex vicesindaco di Vallo della Lucania, Marcello Ametrano. Con la sentenza n. 91/2024, la Corte dei conti – Sezione giurisdizionale per la Campania – lo ha condannato al risarcimento di oltre 40mila euro in favore del Comune per danno erariale derivante da colpa grave.
Le contestazioni
Al centro del caso, una nota datata 23 giugno 2011, con la quale Ametrano – all’epoca anche assessore – revocò il nulla osta concesso a un dipendente comunale per la prosecuzione di un incarico presso il Piano di Zona S7. Un atto che, secondo i giudici contabili, violava espressamente il regolamento comunale, che riserva alla Giunta, e non a un singolo amministratore, la competenza su simili provvedimenti.
La revoca fu successivamente dichiarata illegittima in sede civile, aprendo la strada a un contenzioso tra il dipendente e il Comune, conclusosi con una transazione da 70mila euro e il riconoscimento di un debito fuori bilancio da parte del Consiglio comunale, formalizzato nell’ottobre 2022.
Le accuse
Secondo la Procura regionale della Corte dei conti, l’iniziativa di Ametrano ha innescato direttamente la catena di eventi che ha portato al danno per l’Ente. I magistrati contabili hanno rilevato non solo il nesso causale tra l’atto illegittimo e il pregiudizio economico, ma anche l’elemento soggettivo della colpa grave: l’allora vicesindaco avrebbe agito in violazione di norme chiare e note, senza un formale atto di Giunta né adeguata motivazione.
Nel quantificare il danno, la Corte ha ridotto del 50% l’importo richiesto dalla Procura, attribuendo parte della responsabilità anche al sindaco in carica all’epoca dei fatti, non citato però in giudizio.
Ametrano ha presentato appello, sollevando sei motivi di impugnazione. Tra questi, la presunta assenza del nesso causale, la buona fede dell’amministratore, la mancata applicazione del potere riduttivo previsto dalla legge e l’autonomia dei giudizi contabile e civile.
La Procura generale ha chiesto la conferma della condanna, evidenziando il ruolo determinante della nota firmata da Ametrano e la sua consapevolezza di agire oltre i limiti delle proprie attribuzioni.
Il giudizio d’appello si preannuncia decisivo per stabilire l’effettiva portata della responsabilità dell’ex amministratore e per chiarire la linea di demarcazione tra errore amministrativo e colpa erariale.