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Traffico di migranti e riciclaggio: 47 arresti. Trovato 1mln di euro sotterrato in un giardino a Capaccio

Affari e truffe sui migranti mediante un utilizzo illecito del “click day”, La Guardia di Finanza, nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Dda di Salerno, ha smantellato una rete che aveva ramificazioni anche a Salerno, Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Cosenza, Sassari, L'Aquila e Pesaro-Urbino

A cura di Federica Inverso Pubblicato il 10 Luglio 2024
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Affari e truffe sui migranti mediante un utilizzo illecito del “click day”, La Guardia di Finanza, nell’ambito di una inchiesta coordinata dalla Dda di Salerno, ha smantellato una rete che aveva ramificazioni anche a Salerno, Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Cosenza, Sassari, L’Aquila e Pesaro-Urbino. I provvedimenti interessano 47 persone: 13 in carcere, 24 ai domiciliari e per dieci misure interdittive. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, riciclaggio e utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Gli indagati

Sette invece le persone raggiunte da un provvedimento di fermo – provvedimento adottato per il rischio che potessero fuggire in paesi nordafricani dove hanno basi logistiche, indagati per la violazione delle disposizioni contro l’immigrazione clandestina e per cui è stato emesso un divieto di esercizio dell’attività professionale. Un sistema collaudato che sfruttava il meccanismo telematico del click day, legato al decreto Flussi, che permette l’accesso a un determinato numero di permessi di soggiorno riconosciuti a datori di lavoro e lavoratori che per primi presentano richiesta. Secondo quanto ricostruito dalle attività investigative il sistema illecito partiva dalla creazione di società ad hoc o dalla fraudolenta utilizzazione della identità digitale di imprenditori ignari il cui unico scopo era quello di consentire l’inserimento delle istanze per l’ottenimento del nulla osta all’ingresso sul territorio nazionale dei soggetti.

Poi, grazie ad addetti ai patronati, liberi professionisti e altri imprenditori, venivano raccolti i soldi degli extracomunitari che volevano ottenere un permesso di soggiorno. Le somme di denaro venivano poi affidate al clan camorristico Cesarano, con base a Pompei e Castellammare e ramificazioni in provincia. In questa prima fase di indagine, sono circa 2.500 le istanze presentate in maniera illegale per ottenere il permesso di soggiorno. Che potrebbero aver fruttato fino a 17 milioni e mezzo.

La perquisizione

Perché ogni cittadino extracomunitario doveva versare mille euro per avere solo l’istanza del «click day» inoltrata; altri duemila euro per ogni kit nulla osta rilasciato; ancora ulteriori duemila euro per ogni visto e altri 2.000 per ogni contratto fittizio firmato. In sostanza ogni migrante, avrebbe pagato fino a 7.000 euro. Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di un terreno, sito a Battipaglia, e di disponibilità finanziarie e di beni per complessivi 6 milioni di euro circa, beni provento dell’attività illecita di cui sopra.

Nel corso delle operazioni di perquisizione contestuali all’esecuzione delle misure cautelari, sono stati trovati finora nella disponibilità degli indagati, circa 300.000 euro in contanti nonché un libro mastro delle fittizie operazioni. Sotterrato nel giardino di casa di uno degli indagati a Capaccio Paestum, è stato rinvenuto circa 1 milione di euro in banconote sigillate in buste di cellophane.

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