L’inchiesta relativa alle sanzioni al Codice della Strada annullate secondo la Procura di Salerno in maniera irregolare dal Comando della polizia municipale di Capaccio Paestum, ha registrato un ulteriore ampliamento. Un quarto filone di indagine, condotto dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Eboli e delegato dalla Procura della Repubblica di Salerno, ha portato all’emissione di ulteriori 38 avvisi di conclusione delle indagini preliminari.
Le accuse a carico degli indagati
L’accusa contestata a tutti gli indagati rimane la medesima: falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici aggravata, in concorso.
Secondo la Procura salernitana, le persone coinvolte avrebbero concorso alla formazione di falsi atti di annullamento d’ufficio di sanzioni amministrative.
Le multe oggetto di contestazione, che poi, grazie a queste presunte sollecitazioni, non sono state incassate dal Comune, andavano dai 20 ai 200 euro. Si tratta perlopiù di contestazioni legate al superamento della linea di stop con semaforo rosso, ma anche a transiti in aree a traffico limitato non autorizzati.
I casi contestati sono soltanto una minima parte della gran mole di atti sotto la lente d’ingrandimento della Procura.
Una vicenda complessa, su cui i magistrati salernitani stanno indagando ormai da tempo, madre dell’inchiesta che ha portato poi al terremoto giudiziario nella città dei templi.
Leggi anche:
L’inchiesta
Inizialmente a finire sotto i riflettori erano stati Natale Carotenuto e Sofia Strafella, già comandanti della Polizia Municipale e due agenti. Per loro le accuse, in forma aggravata e in concorso, sono relative a falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, frode ed accesso abusivo a sistema informatico.
Successivamente sono state coinvolte oltre 120 persone, principalmente automobilisti che hanno ottenuto la cancellazione della sanzione. Proprio da questa attività investigativa è partita quella che portò poi all’arresto dell’ex sindaco capaccese Franco Alfieri.