Nasceva oggi Salvatore Valitutti, figura di spicco del Partito Liberale Italiano, fu eletto sia alla Camera dei Deputati che al Senato, ricoprendo ruoli di rilievo nella vita politica e culturale del Paese.
Le radici cilentane: Bellosguardo e il legame con il territorio
Valitutti nacque a Bellosguardo da Giuseppe e Amalia Macchiaroli, quinto di dodici figli. Il padre, oltre a gestire una modesta azienda agricola, si dedicava al commercio di vino e olio con metodi innovativi per l’epoca, affrontando le difficoltà legate alla carenza di infrastrutture e mezzi di trasporto.
Nei primi decenni del Novecento, contribuì con altri pionieri a far conoscere i prodotti tipici del Cilento su mercati nazionali ed esteri.
Gli studi a Salerno e l’omaggio della città
Frequentò l’Istituto Tecnico di Salerno, dove fu allievo prediletto di Giovanni Cuomo, che gli insegnò a leggere Orazio. Durante questo periodo visse presso il fratello Antonio, nell’attuale piazza Salvatore Valitutti, dove iniziò a interessarsi alla politica, mostrando simpatie per il Partito Repubblicano.
Negli anni del delitto Matteotti, ebbe probabilmente problemi con la Questura, tanto da raccomandare al fratello Michele di nascondere alcuni libri conservati a Bellosguardo.
Conclusi gli studi secondari, si trasferì a Roma per intraprendere, come lui stesso scrisse, il “lungo viaggio nella diletta patria italiana”. Nel 1930 si laureò in Scienze Politiche e Sociali.
L’ingresso nella vita pubblica
Dopo la laurea e il servizio militare, nel 1933 si iscrisse al Partito Fascista e fu chiamato a collaborare con l’Istituto Fascista di Cultura. Nel 1938 ottenne la libera docenza in Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Perugia, dove fu anche nominato Provveditore agli Studi di Mantova.
Durante la guerra fu trasferito al Provveditorato di Perugia, dove nel dopoguerra divenne Rettore dell’Università per Stranieri.
Ministero, pubblicazioni e attività parlamentare
Nel dopoguerra fu chiamato al Ministero della Pubblica Istruzione da Guido Gonella. Nel 1953 fu Capo di Gabinetto del Ministro Gaetano Martino, contribuendo a importanti riforme: edilizia scolastica, borse di studio, stampa giovanile.
Nello stesso anno pubblicò “La Rivoluzione Giovanile”, opera considerata anticipatrice dei movimenti studenteschi del 1968.
Pur sollecitato a candidarsi con la Democrazia Cristiana, rifiutò per coerenza con i suoi ideali liberali. Nel 1968 non fu rieletto, segno della debolezza del PLI in provincia di Salerno.
Nel 1972 fu eletto Senatore nel Collegio di Eboli e nominato Sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel governo Andreotti-Malagodi.
Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Cossiga
Nel 1979, pur senza incarichi parlamentari, fu nominato Ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Cossiga. In pochi mesi riordinò il sistema universitario e avviò la revisione dei decreti delegati.
Nel febbraio 1980 convocò a Roma la prima Conferenza Nazionale della Scuola, coinvolgendo docenti, dirigenti, studenti, forze politiche e sindacali.
Nel 1983 fu rieletto Senatore nel Collegio Roma-Parioli e divenne Presidente della VII Commissione Istruzione del Senato, carica che mantenne fino al 1987.
Gli ultimi anni: scrittura, cultura e impegno civile
Concluso il terzo mandato parlamentare, si ritirò gradualmente dalla politica attiva, dedicandosi alla lettura e alla scrittura. Collaborò con numerosi quotidiani nazionali e diresse la rivista “Nuovi Studi Politici”, da lui fondata.
Afflitto dagli acciacchi dell’età, amava citare Benedetto Croce: “La vecchiaia aggredisce o dalle gambe, o dalla testa”, aggiungendo con ironia che a lui era toccata nelle gambe.
L’impegno culturale e sociale fino alla fine
Negli ultimi anni fu protagonista di importanti iniziative culturali e umanitarie: Presidente della Società Dante Alighieri, Vicepresidente dell’Opera Nazionale Montessori, Presidente del Movimento di Collaborazione Civica e dell’Unione Nazionale per la Lotta all’Analfabetismo.
Morì nella sua casa romana nella notte tra il 30 settembre e il 1º ottobre 1992, giorno del suo ottantacinquesimo compleanno.
Riposa nel cimitero di Bellosguardo, nella cappella da lui voluta, accanto alla moglie Maria Bianca Pignatari, ai genitori e ai fratelli.