Il Governo ha messo mano al disegno di legge per la riapertura dei tribunali soppressi nel 2012. Secondo l’incipit della norma, la riapertura dovrebbe basarsi su criteri chiari: “estensione territoriale del circondario e del distretto, numero degli abitanti, flussi, pendenze e performance degli uffici giudiziari esistenti”.
I criteri
Ancora più dettagliati i criteri: “devono essere considerate le caratteristiche territoriali del bacino d’utenza, la morfologia del territorio, lo stato delle infrastrutture, i collegamenti dei comuni, la presenza di istituti penitenziari, il tasso di criminalità, l’impatto della criminalità organizzata, i flussi turistici e migratori e la vocazione produttiva dei territori”.
Leggendo questo incipit, in molti avevano pensato a un lieto fine per Sala Consilina, territorio che risponde a quasi tutti questi requisiti. E invece no: il Tribunale valdianese, l’unico in Italia annesso a uno fuori regione, non figura tra quelli da riaprire.
Il comma 1 del disegno di legge prevede invece il ripristino dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, con le relative procure della Repubblica, e l’istituzione degli uffici giudiziari di Bassano del Grappa.
Una scelta che non convince
La scelta lascia perplessi: Sala Consilina presenta una popolazione rilevante, collegamenti stradali e ferroviari adeguati e un bacino produttivo significativo. Nonostante ciò, l’ufficio giudiziario resta chiuso, alimentando accuse di disparità territoriale e politica.


