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Punto nascita di Sapri: petizione arriva alla Camera dei Deputati

Il PSI avverte: «Il tempo delle giustificazioni è finito. Se Roma non ascolta, sarà il territorio a farsi sentire»

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 30 Ottobre 2025
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Ospedale di Sapri

Il Partito Socialista Italiano – Sezione di Sapri Golfo di Policastro ha reso noto che la petizione popolare promossa per salvaguardare il punto nascita dell’ospedale di Sapri ha compiuto un importante passo avanti.
L’iniziativa, sostenuta da numerosi cittadini e amministratori locali, mira a sollecitare il Ministero della Salute alla concessione di una deroga prevista dal Protocollo Metodologico del Comitato Percorso Nascite Nazionale, al fine di garantire la continuità operativa del presidio sanitario.

La petizione, inoltre, chiede di rivedere il “Decreto Balduzzi”, in particolare il parametro dei 500 parti annui, considerato ormai anacronistico alla luce del calo demografico e delle specificità dei territori periferici.

Assegnazione alle Commissioni di Camera e Senato

Il documento, già assegnato alla 10ª Commissione permanente del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), è stato ora trasmesso anche alla XII Commissione della Camera dei Deputati, con il numero 1256.

Secondo il PSI, si tratta di «un passaggio istituzionale di grande rilievo», che offre al Parlamento e a tutte le forze politiche uno strumento concreto per affrontare in modo organico la tutela dei servizi sanitari nei territori marginali.

Il partito sottolinea che, «a questo punto, nessuna forza politica potrà più nascondersi dietro alcun alibi», ricordando che la mobilitazione rappresenta un esempio di democrazia partecipata e un atto di difesa dei diritti fondamentali delle comunità del Golfo di Policastro.

La reazione al rigetto del Ministero della Salute

Il PSI Sapri – Golfo di Policastro ha espresso profonda indignazione per la recente nota del Ministero della Salute, che ha rigettato la richiesta di deroga avanzata dalla Regione Campania per il mantenimento del punto nascita di Sapri.

Secondo il partito, la decisione è «ingiustificata nel merito e viziata nella forma», poiché il Ministero si sarebbe espresso «attraverso valutazioni di carattere politico e non tecnico, come invece sarebbe suo dovere istituzionale» (leggi qui).

Il PSI evidenzia come il Ministero abbia sostenuto che «non sia intervenuta nessuna variazione del disagio orografico del bacino di utenza dei Punti Nascita interessati», affermazione definita dal partito superficiale e distante dalla realtà dei territori del Mezzogiorno.

Il riconoscimento della zona disagiata e l’appello al Governo

Il Ministero – denuncia il PSI – avrebbe ignorato la Legge Regionale 22 luglio 2025, n. 11, con la quale la Regione Campania ha riconosciuto ufficialmente Sapri come zona disagiata sotto il profilo dell’accesso ai servizi sanitari. Tale norma, secondo il partito, rafforza ulteriormente la richiesta di deroga per la prosecuzione dell’attività del punto nascita.

Il PSI ribadisce che la difesa del presidio non è una battaglia di parte, ma «una questione di dignità e giustizia territoriale». È definito inaccettabile che «logiche di potere e visioni centralistiche del governo di destra continuino a penalizzare le comunità periferiche», negando diritti essenziali come la sicurezza della maternità e l’assistenza sanitaria di prossimità.

Richiesta di revoca e riapertura del confronto

Il Partito Socialista Italiano chiede che il Ministero della Salute revochi la propria nota e riapra un confronto serio, fondato su dati oggettivi, sul principio di equità territoriale e sul rispetto delle normative regionali.

«Il tempo delle giustificazioni è finito. Se Roma non ascolta, sarà il territorio a farsi sentire», concludono Antonio Pisani, segretario PSI Sapri, e Gianfrancesco Caputo, coordinatore PSI Golfo di Policastro.

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TAG:Cilentoospedale di sapriSapri
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