San Pasquale Baylón, Patrono del Regno delle Due Sicilie e co-patrono di Napoli San Pasquale Baylón, venerato in Spagna e in diverse regioni italiane, specialmente nel Sud, è riconosciuto come patrono delle opere e dei congressi eucaristici, oltre che dei cuochi, pasticcieri e donne nubili in cerca di marito.
La vita di San Pasquale Baylón
Nato a Torrehermosa, in Aragona, il 16 maggio 1540, giorno di Pentecoste, Pasquale Baylón crebbe in una famiglia modesta. Fin da giovane lavorò come garzone presso un allevatore di pecore, ma la sua profonda vocazione spirituale e l’amore per l’Eucaristia si manifestarono sin da bambino. Durante le lunghe ore trascorse al pascolo, dedicava tempo alla preghiera e imparava a leggere autonomamente con i libri di preghiere.
A diciotto anni chiese di entrare nel convento di Santa Maria di Loreto dei Frati Minori riformati da San Pietro Alcantara, ma dovette attendere due anni prima di essere ammesso. Il 2 febbraio 1564 fece la professione solenne dei voti, scegliendo di rimanere un semplice frate e non accedere al sacerdozio, non sentendosene degno. Il suo fervore religioso lo portò a trascorrere ore in adorazione davanti al tabernacolo e a vivere esperienze mistiche anche mentre svolgeva lavori quotidiani.
Devoto alla Vergine Maria, che gli apparve, San Pasquale dedicò la sua vita alla diffusione della fede eucaristica. Anche con una cultura modesta, riuscì a difendere con forza la dottrina della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, affrontando oppositori e persino rischiando la vita nel suo viaggio a Parigi nel 1576. In seguito, scrisse un piccolo testo in difesa dell’Eucaristia e del ruolo del pontefice.
Nel maggio del 1592, durante la celebrazione della Messa, ebbe la rivelazione della sua imminente morte. Dopo aver visitato i poveri e i benefattori di Villa Real per l’ultima volta, si ammalò e morì all’alba del 17 maggio, giorno di Pentecoste.
Il Culto di San Pasquale
Beatificato nel 1618 da papa Paolo V e canonizzato nel 1690 da papa Alessandro VIII, San Pasquale fu proclamato patrono dei congressi eucaristici nel 1897 da papa Leone XIII. Le sue reliquie sono custodite a Villa Real, a Valencia.
Durante la guerra civile spagnola, le sue spoglie furono profanate e disperse, ma nel 1952 parte delle reliquie fu recuperata e conservata nel santuario a lui dedicato. La sua venerazione si diffuse nel XVI secolo grazie ai frati minori Alcantarini, che portarono il suo culto in Campania, a Portici e Napoli.
Un aspetto curioso della devozione a San Pasquale riguarda la tradizione di invocarlo per trovare marito, testimoniata da una preghiera popolare delle nubili: “San Pasquale Bailonne, protettore delle donne, mannateme nu marito, rubicondo e sapurito, comme a vuje tale e quale, gloriosissimo San Pasquale.”
Si lega al Santo anche la presunta origine del nome del dolce zabaione, derivato dal suo cognome (Baylon, Sanbaion, zabaione).
In Campania la devozione è particolarmente sentita: circa il 56,3% dei napoletani porta il nome “Pasquale” e il culto è radicato nella tradizione locale. Nelle raffigurazioni, San Pasquale appare con l’abito francescano, in adorazione del Santissimo Sacramento.
La Festa a Stio Cilento
San Pasquale è patrono di Stio Cilento, dove viene celebrato con grande fervore il 17 maggio e l’ultima domenica di agosto. La tradizione risale alla prima metà del XVIII secolo, promossa da un frate francescano del convento di Gioi.
Durante la festa, i neonati vengono vestiti con un abito francescano simile a quello del Santo, e partecipano alla processione tra le strade del paese. Durante la novena, i fedeli intonano canti in onore dell’Eucaristia, tra cui: “Oh Pasquale innamorato di Gesù Sacramentato, nel gustar quel Cibo Santo, ti struggesti tutto in pianto. Tu, con un santo e puro ardore, fa che bruci questo cuore: fa che impari a lacrimare nel venire al sacro altare.”
San Pasquale rappresenta un esempio di devozione autentica e un richiamo a riscoprire la fede eucaristica, fonte di pace interiore e gioia duratura in un mondo sempre più incerto.