Curiosità

Il 2 Novembre tra fede, storia e rituali per la commemorazione dei defunti

La ricorrenza del 2 novembre rappresenta un momento cruciale nel calendario liturgico e sociale, dedicato alla solenne Commemorazione dei Defunti. È un giorno in cui, come recita la celebre espressione popolare,

“Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero…”, sottolineando l’importanza sentita di questa tradizione.

Le origini

La pratica della Commemorazione dei defunti affonda le sue radici storiche nel IX secolo. Fu successivamente adottata e promossa dalla Chiesa Cristiana come una giornata esclusiva.

Lo scopo principale di tale istituzione era quello di creare un momento dedicato in cui i fedeli potessero ricordare i propri cari defunti e, soprattutto, pregare per loro. Questo gesto di memoria e suffragio si è consolidato nei secoli, diventando un pilastro della fede e della cultura.

La tradizionale visita al cimitero

La tradizione più diffusa e sentita in questa giornata vuole che ci si rechi al Cimitero. Questo pellegrinaggio laico è accompagnato dal gesto di portare fiori e lumini, simboli di memoria e luce eterna, insieme a una preghiera in suffragio delle anime dei trapassati. È l’usanza per eccellenza che caratterizza il 2 novembre in Italia e in molte altre culture.

La novena e i colori del lutto

La commemorazione vera e propria è preceduta da un significativo periodo di preparazione spirituale noto come la “novena dei morti”, che ha inizio il 24 ottobre. Questo periodo è scandito da giorni di preghiera specificamente dedicati al suffragio dei Trapassati.

I colori che dominano e caratterizzano i riti di questo periodo sono due:

  • Il nero, che è universalmente riconosciuto come il simbolo del lutto.
  • Il viola, che simboleggia il dolore, la penitenza e, in ambito liturgico, l’attesa. Per questa sua valenza, il viola è il colore impiegato anche per la celebrazione dei riti funebri.

L’accoglienza delle anime nel mese di Novembre

Un aspetto affascinante e profondamente radicato nell’immaginario popolare è la credenza legata all’accoglienza delle anime dei defunti nelle case.

Allo scoccare della mezzanotte del primo Novembre, in concomitanza con la festa di Ognissanti, si da il via ai preparativi domestici. L’obiettivo è quello di accogliere in casa le anime dei cari defunti che, secondo la credenza, verranno a fare visita e si tratterranno per l’intero mese.

Per questa ragione, Novembre è tradizionalmente denominato il “mese dei morti”. Le tavole domestiche vengono allestite con cura: una “tovaglia bella e ricamata” riveste la superficie, che viene poi imbandita con generi che richiamano l’aldilà, quali acqua, latte e dolciumi vari, scelti per la loro forma e i colori che si riferiscono a oggetti dell’ultraterreno.

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