Ad Eboli assenza di programmazione, soldi pubblici mal gestiti e due Pro Loco. Rispetto alla programmazione del calendario eventi per l’estate ebolitana, tre considerazioni portano la firma del PCI locale.
L’assenza di una programmazione
La totale assenza di una programmazione degna di questo nome impone una riflessione. «Anche quest’anno Eboli è l’ultima città della Provincia di Salerno a presentare un programma strutturato. Gli altri, già in primavera, hanno reso pubblico un calendario unitario di eventi con orari differenziati e senza sovrapposizioni», scrive il gruppo politico che fa capo ad Alfonso Del Vecchio e Annamaria Paesano.
Le dichiarazioni
«Qual è il ragionamento che ha portato a spendere circa 25 mila euro per la manifestazione del 27 e 28 giugno “Aspettando l’estate ebolitana” e a prevedere di spenderne solo 30 mila euro per l’EXPO Sele, il nuovo format della storica Fiera di Eboli? La prima non lascia nulla: è un format commerciale estivo, ripetuto in tante realtà della nostra provincia. EXPO Sele, invece, ha il pregio dell’unicità, che mette al centro il territorio e chi vi opera per il suo rilancio. Saranno presenti aziende leader nazionali nel settore agroalimentare».
Anche le due Pro Loco finiscono nel mirino del PCI. «Al raddoppiar delle Pro Loco il risultato non cambia. Perché Eboli ha due Pro Loco? Forse perché, in questo modo, garantiranno il doppio degli eventi? Perché andranno in competizione aumentando la qualità delle loro proposte? Perché collaboreranno e programmeranno la copertura di tutto il territorio? Perché copriranno non solo le feste consacrate e i mesi estivi? Ad oggi, nulla di tutto questo. Sarebbe interessante conoscere i loro progetti per lo sviluppo locale, turistico e sociale, e di quali fonti di finanziamento si avvalgono».
Dal PCI le considerazioni sono amare e non mancano richieste di chiarimenti: «Tutte le iniziative sono frutto dell’utilizzo di consistenti risorse pubbliche, con tutti i rappresentanti dell’amministrazione, Sindaco in testa, a marcare il territorio in cerca di consensi. Tutte le considerazioni conducono a un’unica risposta: è il prezzo che bisogna pagare per durare un altro anno e mezzo».