Cilento

Sant’Elia profeta, tradizioni e ricordi: le “ffocare” e il “cinto”. Ecco la storia e la festa del Santo

Oggi la celebrazione di Sant'Elia, protettore del fuoco e della pioggia

Concepita Sica

20 Luglio 2020

Domani, 20 luglio, si celebra la festa di Sant’Elia profeta, patrono di Piano Vetrale, di Santa Barbara e di Buonabitacolo.

È un culto piuttosto diffuso in diverse regioni del Sud Italia. Viene invocato quale protettore del fuoco e della pioggia.

La storia

«E sorse Elia profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola» (Sir 48,1). Con queste parole l’autore del libro del Siracide descrive una delle più grandi figure dell’Antico Testamento.
Elia è un profeta di azione (distinto dai profeti scrittori Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, i cui scritti sono confluiti nella Bibbia) che incarna l’emblema della profezia (il termine “profeta” deriva dal greco “profétes” che vuol dire “colui che parla davanti a o al posto di”: davanti a Dio al posto del popolo, davanti al popolo al posto di Dio).
È il campione del monoteismo. La sua missione è di richiamare il Popolo d’Israele alla fedeltà all’unico vero Dio e di sollecitare gli israeliti ad abbandonare i culti idolatrici.

Del profeta Elia, il cui nome “El-Ja” significa “Dio è Jahvè”, si hanno essenziali notizie biografiche.
Nacque a Thesbe (per cui è chiamato “tisbita”), una località a Est del fiume Giordano, nella regione di Galaad, nel 960 a.C., al tempo del re Acab.
Egli è l’uomo suscitato da Dio per opporsi al dilagare dell’idolatria tra il Popolo d’Israele. È interamente divorato dallo zelo della gloria di Dio, come egli stesso dichiara (cf. 1Re 19,10). Lo zelo indica proprio l’ardore con cui parla ed agisce.
Il re d’Israele, Acab, aveva sposato una donna fenicia bellissima, Gezabele, di cui era perdutamente innamorato, figlia del re di Sidone. Ella inizialmente aveva portato con sé il culto del dio Baal per devozione personale; poi lentamente fa penetrare nel popolo i riti verso gli dei fenici fino a convincere il marito ad edificare in Samaria un tempio a Baal e a far imporre ai sudditi il nuovo culto. Comincia per Israele un pericoloso cammino sincretististico, tra fede dei padri e culti fenici.
Ed ecco che il profeta Elia irrompe in questo delicato momento storico in cui la fede in Dio rischia di soccombere.

Il profeta annuncia ad Acab tre anni di siccità: «Per la vita del Signore, Dio d’Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo comanderò io» (1Re 17,1). È un annuncio che colpisce al cuore l’immagine del dio fenicio Baal riconosciuto come protettore della fertilità della terra e della rigogliosità della vegetazione.
Elia è un uomo di profonda fede ed è in virtù di questa che lancia la grande sfida, sul Monte Carmelo, ai profeti di Baal. Vengono posti due giovenchi su due cataste di legna, senza appiccarvi il fuoco. Elia afferma: «Voi invocherete il nome del vostro dio ed io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!» (1Re 18).
I profeti di Baal invocarono il nome del dio dal mattino fino a mezzogiorno «ma non vi fu voce, né chi rispondesse» (1Re 18,26). Verso mezzogiorno Elia comincia a prendersi gioco di loro invitandoli ad alzare il tono della voce perché magari la divinità è occupata, in viaggio o dorme (cf. 1Re 18,27). Passato mezzogiorno, Elia prepara l’altare con dodici pietre, secondo le tribù d’Israele, vi mette la legna e poi il giovenco ed infine ordina di versare per tre volte l’acqua sulla vittima e sull’altare. Poi rivolgendosi a Dio prega: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo» (1Re 18,36). Subito dal cielo giunge il fuoco del Signore e consuma l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando tutta l’acqua versata. Alla vista di ciò il popolo cade in ginocchio ed esclama: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!» (1Re 18,39).
Dopo la prodigiosa prova del Monte Carmelo, Elia è in pericolo, poiché la regina Gezabele lo vuole morto. Così si mette in cammino e giunge fino al monte Oreb (il monte di Dio è chiamato Sinai nella tradizione Jahvista e Sacerdotale, mentre è chiamato Oreb nella tradizione Eloista e Sacerdotale).
Qui avviene l’incontro con il Signore in una maniera non eclatante, non nel vento impetuoso e gagliardo, non nel terremoto, non nel fuoco, ma «nel sussurro di una brezza leggera» (1Re 19,12). Elia, poi, mentre è con Eliseo sulle rive del fiume Giordano, viene rapinato al cielo su un carro di fuoco, trainato da cavalli di fuoco (2Re 2,1) ed Eliseo che raccoglie il suo mantello è investito di spirito profetico.

Sant’Elia a Piano Vetrale. Le “ffocare” e il “cinto”.
“Supplicando a te ricorro,
Sant’Elia come figlio,
dammi dopo questo esilio,
la felice eternità”.

La festa di Sant’Elia del 20 luglio è preceduta dalla novena. La chiesa, in tempi passati, era gremita di fedeli.

Il profumo e la luce dei numerosi ceri accesi inondava gli animi di profonda commozione.

Le “ffocare”

La sera della vigilia è dedicata ai solenni Vespri. Fino a qualche decennio fa l’evento che caratterizzava la sera della vigilia era lo spettacolo delle “ffocare”. Venivano allestiti, lungo il crinale della collina che si trova alle spalle di Piano Vetrale, tanti mucchi di legna, un po’ distanziati tra loro, che, una volta sceso il buio, venivano accesi così da illuminare interamente la collina ed essere visti dai paesi vicini e persino dalla zona costiera.
Questa tradizione è andata scemando anche per evitare il rischio di incendi.
Un’altra importante tradizione, non legata alla festa, bensì a sant’Elia, è quella del “Cinto”.

Il santo viene particolarmente invocato nei periodi di siccità. Quando la mancanza di pioggia si protraeva per diversi mesi, mettendo in seria difficoltà il lavoro dei contadini, veniva realizzato il “cinto” per chiedere a Sant’Elia la fine della siccità e l’invio della pioggia.
Tutti gli abitanti del paese, animati da profonda fede, allestivano in piazza un calderone in cui venivano fatte sciogliere le candele, poi prendevano delle matasse di lino ne immergevano il filo nella cera contenuta nel calderone e lo facevano asciugare tenendo sollevato il filo su delle mazze di canna dislocandosi per le vie del paese. Una volta asciugato il filo si recavano presso la chiesa di sant’Elia e, facendo per tre volte il giro dell’edificio, avvolgevano il filo intorno alle mura e tra canti e preghiere invocavano il santo per la fine della siccità.
Secondo il racconto di alcuni fedeli, appena terminato il rito la pioggia non tardava a scendere copiosa
(per le notizie sulle “ffocare” e il “cinto” vedi Rosa Sica, “Memorie Cilentane”).

Sant’Elia, invocato nelle sventure di terremoti, guerre, epidemie, accolga le preghiere e le suppliche di quanti a lui si rivolgono con fede, ed estenda la sua potente protezione sul mondo intero.
Buona festa a tutti ed auguri di buon onomastico a quanti portano il nome del santo.

Iscriviti al canale WhatsApp

Resta sempre aggiornato, iscriviti al canale WhatsApp di InfoCilento

Potrebbe interessarti anche

Ascea: il fumetto protagonista del nuovo appuntamento con la rassegna DOC a spettando il festival

L'appuntamento è per sabato 28 giugno alle ore 18:30 presso Palazzo Ricci De Dominicis

Perdifumo: Comune punta a riqualificare l’impianto sportivo comunale

Un complessivo lavoro di manutenzione straordinaria e ristrutturazione urbanistica che il Comune di Perdifumo ha candidato al Bando Sport e Periferie 2025

Ospedale di Roccadaspide: inaugurato il progetto del Rotary per la “Biblioterapia”

L’ospedale è stato dotato di una mini biblioteca per ogni piano in modo che i pazienti e i loro accompagnatori e visitatori possano intrattenersi nella lettura

Altavilla Silentina, rifiuti nel Parco “La Foresta”, l’amministrazione denuncia il degrado e invita i cittadini a rispettare l’ambiente

Alla luce della spiacevole situazione dalla Casa Comunale è arrivato forte e chiaro l’appello ai cittadini, ai turisti e ai visitatori

Fobia furti in Cilento dopo l’episodio di Foria

In tanti sui social manifestano solidarietà all'imprenditore che ha aperto il fuoco contro i ladri, e intanto torna la paura

Ernesto Rocco

26/06/2025

Furti nel Cilento: il Sindaco di Futani convoca un’assemblea straordinaria dei sindaci

L’incontro è fissato per il 3 luglio 2025 alle ore 18:00 presso l’Aula Consiliare del Comune di Futani

Chiara Esposito

26/06/2025

Castellabate: fondi per la Protezione Civile Comunale

Il finanziamento è pari a circa 89 mila euro e verrà utilizzato per migliorare le capacità del servizio di Protezione Civile sul territorio

Omignano: nuovamente operativo l’ufficio postale nella versione “Polis”

Nell’ufficio postale di Omignano Stazione saranno da subito disponibili i servizi INPS per i pensionati

Vallo della Lucania: ecco il programma completo degli eventi estivi

Entra nel vivo il cartellone degli eventi estivi anche a Vallo della Lucania tra sport, musica, gastronomia, arte e cultura

Antonio Pagano

26/06/2025

Ogliastro Cilento: nuovo Puc sotto accusa

Il PUC di Ogliastro Cilento è al centro delle polemiche. L'opposizione di Ogliastro Futura denuncia "illusioni edificatorie" e poca trasparenza

Poste Italiane ringrazia 65 sindaci salernitani per il progetto Polis: tanti i Comuni del Cilento e Diano

Il progetto Polis, che coinvolge oltre 7mila uffici postali nei comuni con meno di 15mila abitanti, ha l’obiettivo di trasformare questi spazi in veri e propri sportelli unici

Torna alla home