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Cilento, i colori del mare

A cura di Giuseppe Conte
Pubblicato il 28 Luglio 2015
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“Bianco e azzurro sei / con le isole che stanno lì / le rocce e il mare” (Mango)

La costiera cilentana è un mondo indefinito che si apre all’ombra delle rovine di Paestum e ad oggi si protrae fino al Golfo di Policastro. La bellezza del paesaggio si fonde con la qualità delle sue acque: diverse località si distinguono per la limpidezza del mare tanto da essere identificate come “bandiera blu”, il noto riconoscimento internazionale che dal 1987 premia gli ambienti più puliti e “le vele” di Legambiente altro importante riconoscimento.

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Partendo da Agropoli, che con le sue spiagge, la sua rupe e il suo castello è convenzionalmente la “Porta del Cilento” si discende verso la parte Sud della provincia attraversando le “antiche marine” con i loro pittoreschi abitati e talvolta il porticciolo, solitario e tranquillo nella stagione invernale, animato di luci e colori dalla Primavera fino all’Autunno. Una costa che è una meraviglia tutto l’anno, anche quando il mare in tempesta tormenta le sue acque, restituendo un’immagine di straordinaria bellezza. La potenza del vento fa tremare le onde che schiumeggianti si infrangono sulle spiagge che si alternano a cale rocciose.

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Mentre gli antichi centri, un tempo fortezze, roccaforti di confine, si stagliano sulle colline, le marine soleggiate custodiscono questo lembo di Tirreno sempre cangiante e affascinante. Castellabate si incontra appena ci si addentra nel cuore costiero del Cilento con le marine di Santa Maria e San Marco mentre oltre la Licosa spunta la Baia di Ogliastro. È qui che nascono i primi miti, contornati da millenarie leggende: il promontorio della Licosa si chiude con l’omonima punta di fronte alla quale trova spazio l’isola delle sirene: secondo la leggenda “Leucosia” era una delle sirene che Ulisse incontrò nella sua “Odissea”.

“E quello scoglio che proietta all’infinito / il tuo sguardo in un mondo incantato / e quel cielo si sfiora con un dito / offuscando ogni tuo pensiero.”

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La piccola marina di Agnone si sviluppò intorno ad una Chiesa dedicata a Santa Maria non più tardi dei primissimi secoli dopo l’anno 1000. Borgata di pescatori ebbe una seconda importante fase di incremento a partire dal XVII secolo, insieme alla vicina località di San Nicola che oggi vanta anche un piccolo porto. Altre località come le note “Ripe Rosse” e “Punta Capitello” conferiscono al paese la notorietà di un ridente centro balneare.

Lasciato il comune di Montecorice, la località di Mezzatorre anticipa Acciaroli. Siamo a Pollica dove due delle cinque frazioni si trovano sul mare: oltre ad Acciaroli scopriamo Pioppi. Tra torri normanne e lunghe spiagge Acciaroli si annida intorno al porto con l’antica parrocchiale risalente al XII secolo. Il “Porto del Fico” una rada naturale che fu un antico punto d’approdo, segna le lontanissime origini di Pioppi, attivo insediamento di pescatori che solo in tempi recenti si è convertito a meta turistica, pur conservano la tranquillità e la suggestione di borgo marinaro. Ad opera del fisiologo Ancele Keys qui nacque la definizione di “dieta mediterranea”.

“Lanciando sassi in mezzo al mare / scorre il tempo nell’ammirare / l’imbrunire della sera”

La Marina di Casal Velino fonda la sua storia sulle vicende della vicina Elea. Secondo la tradizione le reliquie di San Matteo rinvenute nella città di Parmenide furono in seguito traslate in questo posto prima di essere nuovamente spostate ala volta di Salerno. La foce dell’Alento che separa le Marine di Ascea e Casal Velino fu un approdo molto importante. La città di Velia domina dall’alto della collina il mare cristallino custodendo le note di un glorioso passato.

E la costa continua il suo viaggio: si giunge alla Marina di Pisciotta prima di affacciarsi sulla maestosità di Palinuro. La leggendaria località trae il nome dal timoniere di Enea che qui trovò la morte causata dal Dio del Sonno. Il promontorio inizia a spingersi nel Tirreno laddove il porticciolo si rannicchia sotto la costa. E la fama di questa terra è ben nota, non ci resta che mirare ancora una volta il mare e proseguire per Camerota.

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Camerota probabilmente trae il nome dalle cavità calcaree presenti sul territorio ma anche qui è la mitologia a padroneggiare. Una bellissima ninfa: “Kamaraton” di cui si innamorò Palinuro. La ninfa respinse fermamente il suo pretendente e, come Palinuro, anche Kamaraton divenne roccia.

Scario è la frazione marina di San Giovanni a Piro, meta balneare non solo per la qualità delle sue acque ma anche per la bellezza del posto che rende il paese assai affascinante.

Dopo Policastro Bussentino si susseguono Capitello (Ispani) e Villammare (Vibonati) prima di giungere nella cittadina della “Spigolatrice”. Sapri chiude la provincia di Salerno e convenzionalmente anche il Cilento. Si è poi alla volta della Lucania ma noi ci fermiamo qui, con il fascino del “Canale di Mezzanotte”.

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“E col Canal di Mezzanotte / di questo viaggio si chiudono le porte”.

“Amor che duole / qui si riposa / dissolvendosi in un sol sospiro”.

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TAG:Cilentomare
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