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Solennità di San Vito Martire: il 15 giugno venerato in diverse comunità del Cilento | FOTO

15 giugno Solennità di San Vito Martire celebrato in diverse comunità del Cilento, ecco quali

Concepita Sica

15 Giugno 2023

San Vito, noto anche come San Vito Martire o San Vito di Lucania, è un Santo particolarmente venerato in tutta Europa, ma soprattutto nell’Italia meridionale e nel Cilento. Patrono di molte città e paesi, il suo nome è legato a numerose località che testimoniano la diffusione del suo culto.

La vita

La vita di San Vito è strettamente legata al territorio cilentano. Nato nel 286 a Mazara, un’antica città della Sicilia occidentale, da padre Ila, pagano e di nobile stirpe, e da Bianca, virtuosa matrona cristiana, San Vito rimane orfano di madre pochi giorni dopo la sua nascita. Il padre lo affida alle cure della nutrice Crescenzia, donna nobile e cristiana, e gli viene destinato un precettore di nome Modesto per la sua istruzione precoce. Crescenzia e Modesto educano il giovane San Vito alla fede cristiana, e i suoi progressi nella virtù evangelica convincono i due a assecondare il suo desiderio di ricevere il battesimo.

Tuttavia, quando il padre viene a conoscenza della fede cristiana abbracciata dal figlio, cerca con ogni mezzo di distoglierlo e di riportarlo al culto degli dei pagani. Arriva persino a denunciare San Vito alle autorità imperiali. Il giovane viene così condotto davanti al tribunale di Valeriano, governatore della Sicilia e braccio secolare dell’imperatore Diocleziano, il più feroce dei persecutori dei cristiani.

Valeriano inizia interrogando San Vito con gentilezza, ma passa presto alle minacce nel tentativo di dissuaderlo dalla sua fede cristiana e riportarlo al culto imperiale. Ordina che venga flagellato con le verghe, ma nel momento in cui tende il braccio per far eseguire l’ordine, Valeriano viene colpito da una paralisi fulminante, che si dice sia stata risolta grazie all’intercessione di San Vito. Turbato, Valeriano riconsegna il giovane al padre, che continua a torturarlo nel tentativo di farlo desistere dalla sua fede.

Le tradizioni

Di fronte a tale situazione, San Vito decide di fuggire di nascosto dalla casa paterna, insieme a Crescenzia e Modesto, imbarcandosi su una nave ormeggiata in un lido vicino. Guidati dall’Angelo del Signore, che assume l’aspetto di un nocchiero, raggiungono Capo Egitarso (oggi San Vito Lo Capo). Attraversando diversi luoghi della Sicilia, San Vito compie numerosi miracoli in nome di Gesù, tra cui la risurrezione di un ragazzo sbranato e ucciso dai cani.

Successivamente, San Vito, Crescenzia e Modesto lasciano la Sicilia e si imbarcano su una nave. Durante il viaggio, sono nutriti da un’aquila che porta loro acqua e cibo. Sbarcano alla foce del fiume Sele, sulle coste del Cilento, dove San Vito continua a operare miracoli e testimoniare la sua fede attraverso prodigi. Tuttavia, il suo operato attira troppa attenzione in un periodo di persecuzione e viene rintracciato dai soldati, che lo arrestano e lo conducono di fronte a Diocleziano.

Si dice che l’imperatore abbia ordinato l’arresto di San Vito per ottenere la guarigione del suo figlio, affetto da epilessia. Grazie all’intercessione di San Vito, il ragazzo guarisce, ma Diocleziano, anziché mostrare gratitudine, ordina che il giovane sia torturato. San Vito viene immerso in un calderone di pece bollente, ma emerge illeso. Successivamente, viene gettato tra i leoni che, invece di attaccarlo, si ammansiscono ai suoi piedi. Infine, i torturatori appendono San Vito, Modesto e Crescenzia a un cavalletto, ma mentre le loro ossa vengono straziate, un terremoto frantuma le statue degli idoli. Un gruppo di angeli libera le tre vittime dalla furia persecutoria e le trasporta presso il fiume Sele, dove muoiono per sfinimento il 15 giugno del 303.

Il culto

San Vito è rappresentato in diverse immagini iconografiche, che richiamano episodi della sua vita o del suo martirio. La caratteristica comune a tutte le raffigurazioni è la giovane età del martire. Viene spesso rappresentato come un giovane vestito con la toga praetexta, a ricordo delle sue nobili origini romane, con accanto un cane che simboleggia il miracolo della risurrezione del ragazzo morsicato dai cani o il miracolo del grano. Altre volte è raffigurato con un leone ai piedi, per ricordare le fiere che si ammansirono durante le torture.

Una tradizione popolare narra di un episodio in cui San Vito camminava tra i campi di grano insieme a Gesù. Quando Gesù decise di punire la cattiveria degli uomini, afferrò una spiga e iniziò a eliminare i chicchi di grano lungo tutto lo stelo. San Vito intervenne chiedendo a Gesù di ricordarsi dei cani, e così il grano rimasto nella parte alta della pianta fu risparmiato. Questa storia ha portato alla rappresentazione di San Vito con un cane o un mazzetto di spiche di grano.

Le celebrazioni nel Cilento

Il 15 giugno, giorno della festa di San Vito, i contadini di Capaccio raccolgono mazzetti di spiche di grano, che vengono poi portati in chiesa per la benedizione. Durante il pranzo festivo, una parte delle spiche viene posta al centro della tavola, mentre l’altra viene lanciata nei campi con il desiderio di ottenere una buona produzione di grano. Un’altra tradizione legata al grano è quella dei “taralli di San Vito”, preparati e distribuiti durante la festa del 15 giugno a Felitto e Bellosguardo lungo il percorso della processione dei pellegrini che si recano alla cappella.

San Vito è patrono di numerose città e paesi in Italia ed Europa, e molte località portano il suo nome. Le sue reliquie sono conservate in oltre 150 città italiane ed europee. In particolare, nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Pisciotta è custodita un’ampolla di vetro contenente il sangue di San Vito, che si dice si scioglie ogni anno in occasione della festa del 15 giugno.

Nell’Italia meridionale e nel Cilento, il culto di San Vito è particolarmente diffuso. Nel cuore della Piana del Sele si trova la Chiesa di San Vito, considerata la più antica del territorio e menzionata in un documento del 1042 tra i beni della Chiesa salernitana. A Felitto, al confine tra il territorio di Felitto e Bellosguardo, si trova una cappella dedicata a San Vito, che si ritiene sia stata costruita sul luogo del suo martirio.

San Vito è venerato come San Vito Martire o San Vito di Lucania e il suo culto continua ad essere diffuso e celebrato con devozione in tutta Europa. Durante la novena, i fedeli invocano la potente protezione di San Vito e affidano le loro suppliche alla sua intercessione. Con fervente fede, chiedono a San Vito di accogliere le loro umili offerte e di dar valore alle loro preghiere attraverso la grandezza dei suoi meriti. La figura di San Vito rimane un simbolo di coraggio e fede per tutti coloro che venerano il giovane martire cristiano.

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