Duro scontro tra il Ministero della Salute e la Regione Campania in merito al riordino della Rete dei Punti Nascita. Una relazione informativa riservata del Ministero accusa apertamente la Regione di “comportamento contraddittorio” e “intento opportunistico” nella gestione dei punti nascita con volumi di attività al di sotto dello standard di sicurezza.
La sospensione delle chiusure e il ricorso al TAR
Il contenzioso ruota attorno alla Delibera di Giunta Regionale che prevedeva inizialmente la chiusura di tre Punti Nascita: Sapri, Piedimonte Matese, e Sessa Aurunca.
Tuttavia, la stessa Regione, poco dopo l’approvazione della delibera, ha inviato una nota (prot. n. 103 del 23.09.2025) con cui ne ha richiesto il mantenimento in deroga alla normativa vigente.
Questa mossa ha innescato una serie di ricorsi al TAR Campania – Napoli da parte dei Comuni interessati, tra cui San Giovanni a Piro, Sapri, Vibonati, Casaletto Spartano ed altri. Il TAR Campania, con decreti monocratici del 9 ottobre 2025, ha sospeso il provvedimento. La trattazione collegiale delle misure cautelari è fissata per il 5 novembre 2025.
L’accusa di “intento opportunistico”
Nel documento, a firma del Direttore Generale dott. Walter Bergamaschi, il Ministero della Salute non usa mezzi termini, definendo la condotta della Regione Campania “ambigua ed incoerente”.
L’accusa principale è che la Regione abbia approvato la delibera di chiusura “solo per poter ottenere l’adempienza in sede di verifica dell’attuazione del piano di rientro” per poi presentare immediatamente richiesta di deroga al Comitato Percorso Nascita nazionale.
Secondo il Ministero, la Regione intenderebbe mantenere aperta “la quasi totalità del PPNN sottosoglia”, una situazione ritenuta “in alcun modo accettabile”. La relazione conclude che, nonostante la condotta della Regione, il ricorso è “privo di fondamento nel merito e dev’essere integralmente rigettato”.
Prossimi passi
La documentazione è stata inviata all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, a cui spetterà la difesa in giudizio del Ministero della Salute. La questione si deciderà il prossimo 5 novembre in sede di Camera di Consiglio al TAR Campania.


