Il santuario di Hera Argiva, situato alla foce del fiume Sele a nove chilometri dall’area archeologica di Paestum, rappresenta uno dei simboli più importanti e a lungo dimenticati della regione. Non era solo un luogo di culto ma fungeva da primo simbolo di grecità per chi arrivava dal sud della Campania.
Il santuario di Hera Argiva delimitava il confine tra il territorio degli Etruschi (oltre il fiume) e la chora di Paestum, l’allora Poseidonia. La sua fondazione è quasi contemporanea a quella della polis. Lo spazio antico, di circa 41.000 metri quadri, conserva i resti della costruzione ed è stato frequentato per secoli, soprattutto da giovani donne che lasciavano doni votivi alla dea.
Dalla chiusura alla riapertura: il nuovo Giardino di Hera
Chiuso al pubblico dal 2014 a causa dei danni provocati da un’esondazione, che interessò anche l’allora Museo narrante del Santuario di Hera Argiva (ricavato da una casa colonica degli anni Trenta), il sito torna accessibile grazie al progetto del nuovo “Giardino di Hera”. Ad annunciarlo a La Repubblica, è stata la direttrice del Parco Archeologico, Tiziana D’Angelo.
Questo spazio è stato allestito con un viottolo battuto che impiega materiali sostenibili, panchine e passerelle. L’obiettivo è favorire l’accessibilità non solo fisica, ma anche sensoriale, arricchita da pannelli tattili e didascalie. Un nuovo recinto in legno di castagno cinge e protegge l’area di scavo.
Il Giardino di Hera sarà aperto al pubblico ogni sabato e domenica mattina con visite guidate. Tali visite, su prenotazione, saranno curate dai ragazzi del Servizio civile nel Parco di Paestum, appositamente formati. L’accesso è incluso nel prezzo del biglietto d’ingresso al Parco e sarà gratuito nelle Domeniche al museo, con un raddoppio degli itinerari disponibili. L’ente gestore ha anche annunciato l’intenzione di approntare una navetta per collegare Paestum al santuario.
Prospettive future: il nuovo museo e le indagini archeologiche
La rinascita del santuario si completa con l’annuncio del nuovo museo di Hera Argiva. Questo sorgerà sempre nel vecchio podere recuperato, a cui si accede da una piccola rotonda del giardino.
Dopo due anni di lavori di consolidamento, rifacimento degli impianti e delle paratie, il nuovo museo verrà riallestito nel 2026. Manterrà la sua vocazione didattica, con sale interamente dedicate alla storia del santuario. Le sue bellissime metope sono attualmente custodite a Paestum.
Oltre al restauro, il sito è al centro di nuove indagini. D’Angelo, in riferimento ai lavori, ha affermato a La Repubblica: «Durante i lavori al giardino abbiamo condotto delle indagini tomografiche non invasive: una sorta di sonar che esplora il sottosuolo (anche uno argilloso, difficilmente scandagliabile come questo): c’è in programma una campagna di scavo stratigrafico con la Federico II». L’obiettivo è svelare ulteriori segreti di un luogo la cui storia, come conclude D’Angelo, «intreccia il mito, ha ancora infinite storie da raccontare».


