Un vero e proprio “hub” della droga gestito direttamente dagli arresti domiciliari. È quanto hanno scoperto i militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno che, nella mattinata di oggi, 10 dicembre 2025, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 19 persone. Il blitz, scattato tra le province di Salerno, Napoli e Avellino, ha portato all’applicazione della custodia in carcere per 8 indagati e degli arresti domiciliari per altri 11. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione illecita.
Il “quartier generale” a Ogliara
Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Salerno, al vertice dell’organizzazione vi sarebbe stato Mario Viviani. Nonostante fosse già sottoposto al regime degli arresti domiciliari nella zona di Ogliara, Viviani avrebbe trasformato la sua abitazione nella base logistica e operativa del gruppo. Da lì, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito l’intera filiera del narcotraffico, impartendo direttive e coordinando una fitta rete di spacciatori.
Dalla Procura definiscono Viviani “capo promotore, fulcro e apice dell’organizzazione”, capace di gestire contatti con fornitori e clienti e di organizzare un parco veicoli dedicato all’attività illecita.
Un affare di famiglia
Le indagini hanno fatto emergere una struttura criminale a forte conduzione familiare e gerarchica. Tra i collaboratori più stretti del boss figurerebbero la compagna convivente, Lucia Franceschelli, che pare fungesse da portavoce e “cassiera” dei proventi illeciti, e il padre Crescenzo Viviani, anch’egli presunto portavoce e gestore dei veicoli utilizzati dai pusher. Un ruolo chiave sarebbe stato ricoperto anche da Simone Memoli, addetto alla gestione delle forniture di droga e ai rapporti con i canali di approvvigionamento napoletani.
La scissione e la “nuova piazza”
L’inchiesta ha documentato anche le possibili dinamiche interne al mondo dello spaccio locale. È emersa, infatti, la figura di Vito Votta: inizialmente pusher per conto di Viviani, dal dicembre 2022 si sarebbe reso indipendente a seguito di contrasti interni. Votta avrebbe quindi organizzato una propria piazza di spaccio autonoma operante tra Pontecagnano Faiano, Bellizzi e Battipaglia, gestita con i propri familiari e con canali di rifornimento separati.
Giro d’affari milionario e sequestri
L’attività investigativa non si è limitata agli arresti. I Carabinieri hanno stimato che il volume d’affari dell’organizzazione superasse 1,2 milioni di euro annui. Una cifra enorme che ha permesso agli indagati un tenore di vita del tutto sproporzionato rispetto alle modeste capacità reddituali dichiarate.
L’indagine patrimoniale ha portato al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca allargata, di beni per un valore totale di oltre un milione di euro. I sigilli sono scattati per un immobile (ristrutturato e arredato con beni di lusso), due terreni e crediti fiscali presenti nel cassetto fiscale di Lucia Franceschelli per circa 500.000 euro.
Nel corso delle indagini sono state documentate numerose cessioni di droga, sequestrato oltre 1 kg tra cocaina e crack e arrestate 5 persone in flagranza di reato.
I soggetti coinvolti
Di seguito l’elenco dei destinatari delle misure cautelari:
- Mario Viviani
- Lucia Franceschelli
- Crescenzo Viviani
- Gennaro Bucciano
- Vito Votta
- Simone Memoli
- Alfredo Andrea Esposito
- Marco Fabrizio Esposito
- Simone Sica
- Angelo Manzo
- Stefano Di Lorenzo
- Giuseppina Russo
- Rosaria Landi
- Teresa Patrizia D’Aiutolo
- Mario Votta
- Azdine Makbol
- Giuseppe Del Regno
- Pasquale Ferrara
- Stefano Giella
