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L’8 settembre si celebra la Natività della Beata Vergine Maria: nel Cilento il culto delle “sette sorelle”

Sette Madonne e sette santuari, leggende antiche e pellegrinaggi che uniscono fede, tradizione e identità del territorio

A cura di Emma Mutalipassi
Pubblicato il 7 Settembre 2025
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Madonna delle Grazie

Nel cuore del Cilento, la devozione mariana è più viva che mai. In occasione dell’8 settembre, giorno in cui si celebra la Natività della Beata Vergine Maria, il territorio si veste di spiritualità e tradizione. A dare il benvenuto a chi entra o lascia la diocesi di Vallo della Lucania, in località Ponte Barizzo di Capaccio, è il messaggio: “Benvenuti nel Cilento, Terra di Maria”. Un saluto che racchiude l’anima di una terra profondamente legata al culto della Madonna.

Le “Sette Sorelle”: i santuari mariani che vegliano sul Cilento

Il Cilento è costellato di santuari dedicati alla Vergine, tanto che l’immaginario popolare li ha ribattezzati “Le Sette Sorelle”: sette Madonne che, dalle alture, proteggono il territorio da Nord a Sud, dalla costa all’entroterra. Il culto delle Sette Madonne ha radici antiche, addirittura pre-cristiane. Il numero sette, carico di significati simbolici e magici, ritorna come elemento centrale.

Ecco le sette Madonne del Cilento:

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  • Madonna del Granato – Capaccio Vecchio, Monte Vesole Sottano
  • Madonna della Stella – Sessa Cilento, Monte della Stella
  • Madonna della Civitella – Moio della Civitella, Monte Civitella
  • Madonna del Carmine – Catona, Monte del Carmine
  • Madonna della Neve – Piaggine-Sanza, Celle di Bulgheria, Monte Cervati
  • Madonna di Pietrasanta – San Giovanni a Piro, Monte Pietrasanta
  • Madonna del Sacro Monte – Novi Velia, Monte Gelbison (detto anche Monte Sacro)

Il fascino del Sacro Monte e la leggenda dell’agnello

Tra tutte, la Madonna del Sacro Monte è la più venerata, ma anche la più singolare. Conosciuta come “schiavóna”, ovvero forestiera, per via della pelle scura e delle origini brasiliane dell’effigie, è protagonista di una suggestiva leggenda.

Si racconta che alcuni pastori di Novi Velia, desiderosi di costruire un tempio ai piedi del monte, trovassero ogni mattina il lavoro del giorno prima misteriosamente distrutto. Decisero allora di vegliare, portando con sé un agnello. Ma proprio nel momento dell’uccisione, l’animale riuscì a fuggire fino alla vetta, fermandosi davanti a una grotta. Lì, i pastori scoprirono l’immagine della Madonna. Il vescovo, giunto sul posto, benedisse la grotta, e una voce dall’alto proclamò: “Questo luogo è santo ed è stato consacrato dagli Angeli”.

Pellegrinaggi e tradizioni che resistono nel tempo

Il santuario del Sacro Monte è l’unico tra i sette ad essere aperto per un lungo periodo, dall’ultima domenica di maggio alla prima di ottobre. Gli altri santuari, invece, accolgono i fedeli solo durante la festa o nei nove giorni precedenti, dedicati alla novena.

Particolarmente sentito è il pellegrinaggio alla Madonna della Stella, che si svolge la prima domenica dopo Ferragosto. I fedeli della parrocchia di Omignano, insieme a turisti e devoti provenienti dai borghi del cosiddetto Cilento Antico, si ritrovano in un momento di profonda spiritualità e condivisione.

Un culto che unisce fede, simbolismo e identità

La leggenda delle “Sette Sorelle” si intreccia con il culto mariano in una narrazione che fonde fede e simbolismo esoterico. Sebbene nel Sud Italia non sia raro trovare sette Madonne venerate, nel Cilento i santuari sono disposti su alture che sembrano abbracciare il territorio in un cerchio protettivo rivolto verso il mare. Un tempo, tra le comunità, si respirava anche una sottile rivalità, espressa dal detto popolare: “Tutte li Marònne so’ Marònne, ma chéra nòstra è cchiù Marònna”

TAG:CilentoMadonna
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