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Il suggestivo piazzale del Santuario di Pietrasanta intitolato a Monsignor Giussani

Il belvedere posto all'ingresso del piazzale del Santuario di Pietrasanta intitolato a Monsignor Giussani. È l'iniziativa dell'amministrazione comunale di San Giovanni a Piro,

A cura di Maria Emilia Cobucci
Pubblicato il 16 Aprile 2023
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Don Luigi Giussani

Il belvedere posto all’ingresso del piazzale del Santuario di Pietrasanta intitolato a Monsignor Giussani. È l’iniziativa dell’amministrazione comunale di San Giovanni a Piro, guidata dal sindaco Ferdinando Palazzo che ha voluto così rendere omaggio ad una figura legata al centro del Golfo di Policastro.

Chi era Monsignor Giussani

Don Luigi Giussani è stato uno dei principali esponenti del cattolicesimo italiano contemporaneo. Fondatore del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione, era nato a Desio (MI), il 15 ottobre del 1922. Entrato in seminario a dieci anni, ha compiuto i suoi studi nella facoltà teologica di Venegono. In quel seminario ha poi insegnato per diversi anni.

Il suo primo scritto conosciuto è “Atteggiamenti protestanti e ortodossi di fronte al dogma dell’Assunta”, del 1951. Sei anni più tardi, come insegnante di religione al liceo Giovanni Berchet di Milano, don Giussani scrive “Il senso religioso” che, nel 1959, affina come testo teorico di un’esperienza per diffondere il Vangelo tra i giovani studenti di un gruppo chiamato Gioventù Studentesca. È il nucleo dal quale uscirà Comunione e Liberazione.

Nei primi anni del pontificato di Paolo VI, Don Giussani è spinto dall’Arcivescovo di Milano, Cardinale Giovanni Colombo, suo ex insegnante al seminario, a trascorrere un periodo di studi negli Stati Uniti. In terra americana egli resta circa sei mesi rispetto al piano originario di due anni. Nel crinale tra la fine del 1968 e l’inizio del 1969 Don Giussani lancia, a partire dall’Università Cattolica nel capoluogo lombardo, il nuovo movimento di Comunione e Liberazione che si impernia sul cristianesimo come avvenimento capace di permeare di sé ogni attimo della condizione umana.

Dallo stesso alveo, col tempo usciranno numerose iniziative, come il Movimento popolare ed il Meeting di Rimini. Nel1977 Paolo VI, per la prima volta, ricevendo un gruppo di Comunione e Liberazione di Firenze, accenna ad essa in termini nuovi e incoraggianti. La svolta per Don Giussani avviene nell’autunno 1978, con l’elezione di Karol Wojtyla a pontefice (il Cardinale di Cracovia era stato avvicinato più volte, in epoca di guerra fredda, da Don Francesco Ricci, fondatore del Centro studio Europa Orientale, scomparso da tempo e intimo di Don Giussani).

Ed è con l’attuale pontificato che l’11 febbraio 1982 il Pontificio consiglio per i laici riconosce la Fraternità di Comunione e Liberazione come associazione laicale di diritto pontificio. Oggi la Fraternità è presente in circa 75 nazioni nei cinque continenti. Don Giussani, fino al 1990, ha insegnato Introduzione alla teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel frattempo, ancora il Consiglio per i laici ha riconosciuto l’Associazione di fedeli Memores Domini, uomini e donne consacrati formati in Comunione e Liberazione, votati in modo totale a essere missionari nel mondo del lavoro.

Nominato consultore della Congregazione per il clero e del Consiglio per i laici, Don Giussani dirige dal 1993 la collana “I libri dello spirito cristiano” per la Rizzoli e dal 1997 la collana discografica Spirito gentil. Più volte in lizza per diventare Cardinale, il fondatore di CL si spegne a Milano il 22 febbraio 2005;

Il legame con San Giovanni a Piro

Don Giussani nel 1975 visitò San Giovanni a Piro e il Santuario di Pietrasanta, in occasione della festività patronale, rimanendone colpito, tanto che nella richiesta inoltrata al Municipio in data 23.01.2023 così testualmente si legge: “nel mese di maggio 1975, il sacerdote brianzolo, invitato dal parroco don Gennaro Farnetano alla festa della Madonna, in attesa della S. Messa, si affacciò proprio da quel belvedere osservando lo svolgersi della lunga processione e, continuando a recitare il S. Rosario con alcuni, ne attese l’arrivo.

Il Don si commosse in modo palese, manifestandolo poi nell’omelia, nel vedere le tantissime “Cinte”, ex-voto realizzate con candele votive e nastri variamente colorati, portate sul capo dai devoti, le mamme e le nonne che sostenevano e accompagnavano i loro figli piccoli e nipotini tenendoli per mano, i giovani, gli adulti, gli anziani, la banda musicale, tutti e in diversi modi onoravano la Vergine Santissima, insomma un popolo devoto in cammino verso la meta.

La scelta del comune cilentano

Alla luce di ciò l’amministrazione comunale ha scelto di intitolare a Don Luigi Giussani il suggestivo belvedere antistante il santuario.

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