La Campania è in fermento per le elezioni regionali per l’elezione del presidente e del Consiglio regionale, con il voto fissato per domenica 23 e lunedì 24 novembre 2025. La campagna elettorale è incentrata principalmente sul duello tra Roberto Fico, sostenuto dal Campo largo (centrosinistra-M5S), ed Edmondo Cirielli, candidato del centrodestra unito.
A completare il quadro dei candidati alla presidenza ci sono Giuliano Granato, Nicola Campanile, Stefano Bandecchi e Carlo Arnese.
L’analisi degli ultimi sondaggi: vantaggio Fico con forbice variabile
Gli ultimi sondaggi realizzati da diversi istituti (Ipsos, Dire/Tecné, SWG, Noto, BiDiMedia) mostrano un dato costante: Roberto Fico è in testa nella corsa alla presidenza. Tuttavia, l’entità del vantaggio (“forbice”) su Edmondo Cirielli presenta significative variazioni tra le diverse rilevazioni:
- Ipsos (7 novembre) posiziona Fico al 53% e Cirielli al 42,5%, con un distacco di circa dieci punti (+10,5).
- Dire/Tecné (6 novembre) stima una differenza minore, con un minimo di 6,5 punti tra i due principali candidati (Fico 49-53%, Cirielli 42,5-46,5%).
- SWG (6 novembre) ipotizza un vantaggio decisamente più ampio, oltre i 17 punti (Fico 55-59%, Cirielli 38-42%).
- Noto (5 novembre) per Porta a Porta segnala un distacco di 7 punti (Fico 52%, Cirielli 45%), invitando alla prudenza poiché la “partita è ancora aperta”.
- BiDiMedia (4-6 novembre) registra un vantaggio di 14 punti per Fico (55%) su Cirielli (41%).
La media semplice delle cinque rilevazioni più recenti posiziona il vantaggio di Fico intorno alla doppia cifra.
I temi caldi per gli elettori e la sfida tra i partiti
Tra i temi più sentiti dagli elettori, Ipsos indica la sanità (56%) in testa, seguita da lavoro/occupazione (39%), trasporti (31%) e sicurezza/criminalità (24%).
Per quanto riguarda le liste, si sta giocando una partita parallela all’elezione del presidente. La gara per il primato regionale vede Partito Democratico e Fratelli d’Italia contendersi la leadership:
- Ipsos vede il PD come primo partito (19,5%), seguito da FdI (15%), Forza Italia (12,6%) e M5S (10,1%).
- Tecné evidenzia un testa a testa tra PD e FdI.
- BiDiMedia registra FdI come primo partito, con il PD intorno al 17,3% e M5S al 9,6%.
Un elemento rilevante nell’architettura del Campo largo è il peso delle liste civiche legate all’area riformista: “A Testa Alta” (6,5% in Ipsos, 8,7% in BiDiMedia) e “Casa Riformista” (5,5% in Ipsos, 7,3% in BiDiMedia) si propongono come potenziale terza gamba della coalizione.
Nonostante il vantaggio personale, nel Campo largo si nota che Fico non sembra “trascinare” in modo significativo la coalizione o il proprio partito. Ad esempio, nel sondaggio BiDiMedia la somma delle forze di centrosinistra (57%) è leggermente superiore al dato personale di Fico. Per il centrodestra, la candidatura di Cirielli (41%) performa lievemente meglio della percentuale complessiva della coalizione (40%).
L’incognita affluenza e gli altri candidati
La variabile più insidiosa per l’esito finale è l’affluenza, con diverse fonti che indicano il rischio concreto di una partecipazione ben sotto il 50%.
- Ipsos ipotizza un’affluenza attorno al 44%.
- Tecné proietta una partecipazione potenziale del 49,5%.
- SWG parla addirittura di “crollo dell’affluenza”.
Se questo scenario si concretizzasse, l’affluenza diventerebbe l’ago della bilancia, comprimendo o ampliando i margini di vantaggio. La capacità di mobilitare gli elettori di riferimento, in particolare nelle roccheforti come Napoli e la sua cintura, diverrebbe cruciale.
Tra gli altri candidati, i sondaggi Ipsos del 7 novembre li attestano con percentuali minori: Giuliano Granato 1,8%, Nicola Campanile 1,5%, Carlo Arnese 0,7% e Stefano Bandecchi 0,5%.
Gli scenari aperti nell’ultima settimana
La fotografia di inizio novembre conferma il netto vantaggio di Roberto Fico. Tuttavia, l’ampiezza di tale vantaggio e, soprattutto, l’incertezza legata all’affluenza (stimata attorno al 45-50%) rendono la partita non ancora chiusa.
In un contesto di alta astensione, l’abilità nel portare gli elettori al voto e la gestione degli indecisi (quota che resta a due cifre nelle stime più caute) potrebbero ridefinire i margini.
Mentre il centrodestra spinge sulla narrazione della rimonta, il Campo largo mantiene un profilo cauto, consapevole che l’attuale margine, pur solido, è legato alla tenuta dell’affluenza. Se la partecipazione subirà ulteriori variazioni, la forbice potrebbe muoversi in modi non intercettabili dalle attuali rilevazioni.

