Una vasta operazione condotta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha portato ieri mattina all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 39 soggetti per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Il blitz, culmine di un’articolata indagine durata tre anni e coordinata dalla Procura presso il Tribunale di Salerno, ha colpito una rete criminale radicata principalmente nel rione Paterno di Eboli e attiva nella Piana del Sele.
Dei 39 arrestati, 18 sono stati condotti in carcere a Fuorni, mentre per 21 è stata disposta la detenzione domiciliare. Uomini e donne, tutti destinatari di “capi di imputazione importanti”, si sono visti notificare le misure restrittive che hanno smantellato il sodalizio.
L’indagine e i sequestri
Le indagini, portate avanti con “articolate attività” che hanno incluso intercettazioni telefoniche e ambientali e “mirati servizi di polizia giudiziaria”, hanno consentito di raccogliere “numerosi riscontri”. Tali elementi hanno condotto al sequestro di diverse tipologie di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, crack e hashish, oltre a un’ingente somma di denaro contante pari a 100.000,00 euro.
Il sodalizio criminale è risultato particolarmente attivo e organizzato. Un indagato, ritenuto il “promotore dell’organizzazione criminale” pur essendo già detenuto nel carcere di Eboli, continuava a gestire “il traffico di sostanze stupefacenti e l’uso dei telefoni cellulari per i contatti con l’esterno”.
Ruolo predominante delle donne e infiltrazioni in carcere
Un aspetto emerso con chiarezza dalle indagini riguarda il ruolo di spicco assunto dalle donne all’interno dell’organizzazione. Il primo arresto di rilievo, risalente all’ottobre 2023, ha riguardato una donna, compagna di un’altra “personalità di spicco del sodalizio”. In quell’occasione, i finanzieri trovarono oltre 100 mila euro in contanti nascosti “in diverse scatole di scarpe” in una casa popolare di Eboli.
Le indagini hanno anche svelato preoccupanti episodi di introduzione di droga e microtelefoni all’interno di istituti penitenziari. È stato infatti documentato l’uso di un drone per introdurre droga nel carcere di Ariano Irpino. Inoltre, una donna, “sfruttando la propria posizione lavorativa nell’istituto penitenziario”, è stata colta “in flagranza mentre tentava di introdurre droga e microtelefoni cellulari all’interno della casa di reclusione”.
L’area interessata dal provvedimento
Sebbene il cuore dell’organizzazione fosse individuato nel rione Paterno di Eboli, l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare ha interessato numerosi comuni della provincia di Salerno e della Campania. Tra i centri coinvolti si annoverano Battipaglia, Olevano Sul Tusciano, Campagna, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Rovella, Pontecagnano, Angri e Laviano, estendendosi fino ai comuni di Napoli e Boscoreale. Questo dimostra l’ampia ramificazione territoriale della rete di narcotraffico sgominata.