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Eboli, alloggi popolari e dignità legati: Unione Inquilini chiama a raccolta istituzioni e cittadini

L'odissea delle famiglie bloccate a Eboli è il simbolo del degrado nel patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Denuncia sull'abbandono e le richieste di "Sfratti Zero".

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 21 Ottobre 2025
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Appartamento

Da agosto, alcune famiglie residenti in un edificio di edilizia popolare a Eboli vivono una situazione di grave disagio a causa di un ascensore fuori uso. L’episodio, che va oltre il semplice guasto tecnico, è emerso come un chiaro simbolo del degrado e dell’abbandono in cui versa gran parte del patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ERP) non solo in Campania, ma nell’intero Paese.

Il problema non è isolato. Le denunce sul fatto che gli alloggi popolari, nati per garantire il diritto alla casa, siano diventati «luoghi del silenzio istituzionale» si susseguono da anni.

Il quadro è fatto di ascensori fermi per mesi, infiltrazioni, impianti elettrici e termici mal funzionanti e spazi comuni lasciati al deterioramento. Gli interventi di manutenzione, troppo spesso, arrivano «tardi, spesso solo dopo proteste o articoli di giornale».

Patrimonio pubblico in declino e l’aumento del bisogno

La situazione è aggravata dalla vetustà degli immobili: in Campania, come in molte altre regioni, migliaia di famiglie abitano in case popolari edificate oltre quarant’anni fa e mai sottoposte a ristrutturazioni serie.

Parallelamente al deterioramento del patrimonio, il bisogno abitativo è in crescita. Le liste d’attesa si allungano e gli sfratti, in particolare per morosità incolpevole (dovuta perlopiù a perdita del lavoro o redditi insufficienti per reggere i costi del mercato), colpiscono decine di migliaia di famiglie ogni anno.

Nonostante questa emergenza sociale, l’Italia destina meno del 5% del patrimonio abitativo complessivo all’edilizia pubblica. A questo si aggiunge la criticità legata alla gestione: le risorse per la manutenzione e per nuove assegnazioni risultano «scarse e frammentarie», e gli enti gestori locali sono bloccati da una burocrazia che «paralizza ogni intervento».

Leggi anche:

Eboli, 56 nuovi alloggi, scatta la protesta dei residenti: “Il Borgo non si tocca”

La mobilitazione nazionale “sfratti zero”

In risposta a questo contesto di crisi, l’Unione Inquilini ha lanciato la mobilitazione nazionale “Sfratti Zero”, che si svolge nel mese di ottobre. L’obiettivo della campagna è quello di esigere misure concrete dalle istituzioni. Le principali richieste avanzate sono:

  • Il rilancio dell’edilizia pubblica come strumento reale di giustizia sociale;
  • Un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza degli alloggi ERP;
  • Il blocco degli sfratti per morosità incolpevole e l’istituzione di un fondo stabile di sostegno all’affitto.

La posizione è netta: «Non chiediamo favori: chiediamo che lo Stato e la Regione facciano il loro dovere. Che chi abita in una casa popolare non debba vivere nell’abbandono o nella paura di perdere il tetto».

Appello ai candidati regionali per impegni certi

A poche settimane dalle elezioni regionali, le associazioni rivolgono un appello diretto ai candidati, esortandoli ad assumere «un impegno pubblico per l’edilizia sociale, con risorse certe, tempi chiari e la partecipazione diretta degli inquilini nei processi decisionali».

Viene sottolineata l’insufficienza di «promesse o fondi una tantum», e la necessità di adottare politiche abitative stabili, trasparenti e controllabili. Il tema del diritto alla casa, conclude l’appello, non è secondario, ma rappresenta «il termometro della civiltà di un territorio».

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TAG:eboli
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