Un mix di inaugurazione, messaggi politici e stile inconfondibile ha caratterizzato l’intervento del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, all’ex base Nato di Bagnoli per il taglio del nastro del Distretto Campano dell’Audiovisivo. Al centro delle dichiarazioni non c’è stata solo l’importanza strategica dell’investimento, ma anche una netta presa di posizione sulla complessa fase politica in corso e sulla sua leadership.
Il “capotavola” e la successione
Affrontando il tema, particolarmente caldo, della successione alla presidenza della Regione, De Luca ha lanciato un avvertimento criptico ma inequivocabile. “Voglio tranquillizzarvi, perché siamo in una fase politica complicata e triste, ma occhio, io controllo. Il capotavola non è alla testa del tavolo ma dove sto seduto io,” ha affermato il governatore.
Nonostante abbia subito sdrammatizzato (“Scherziamo un po’”), la frase suona come una chiara rivendicazione di autorità in una fase di transizione e di manovre interne al centrosinistra, de facto minimizzando l’influenza del reale candidato, Roberto Fico.
Priorità: Frusta e grandi opere
De Luca ha poi spostato l’attenzione sulle concretezze amministrative, ribadendo la sua intenzione di non mollare la presa sui grandi progetti campani. “Noi non ce ne andiamo alle Seychelles, restiamo qui a pensare a grandi opere” ha rimarcato.
Il presidente ha sottolineato come questi interventi siano motori di “lavoro, tensione” e capaci di creare “nuove identità” per la Regione.
Un passaggio significativo è stato dedicato all’apparato burocratico regionale. Rivolgendosi ai dirigenti, De Luca ha usato toni perentori: “Le nostre strutture regionali si impegnino per l’eternità. O camminate e andate avanti, altrimenti ci rivediamo a breve.” Il governatore ha giustificato il suo metodo con una constatazione amara: “Si rischia che se non c’è uno con la frusta ognuno non cammina più. In altre regioni le cose camminano anche da sole, qui senza frusta si fermano.”
L’orgoglio campano ritrovato
Infine, De Luca ha rivendicato i risultati del suo operato in termini di percezione esterna della Campania. Ricordando i colloqui con cittadini campani residenti al Nord, ha evidenziato come la Regione non sia più associata solo ai problemi di “rifiuti e camorra,” ma venga oggi vista come modello di “rigore amministrativo e correttezza.”
Un bilancio che il presidente ha definito il risultato di una “rivoluzione democratica” non semplice, e che, nelle sue intenzioni, deve proseguire sotto il suo saldo controllo.