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Chiusura Punto Nascita, protestano le gestanti sulla SS18: “Vogliamo partorire a Sapri”

Una chiusura che impedisce a tutte le gestanti, a partire dal primo settembre, di partorire nel nosocomio di Sapri

A cura di Maria Emilia Cobucci Pubblicato il 10 Settembre 2025
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Hanno bloccato simbolicamente, per pochi minuti, la Statale 18 le partorienti del Golfo di Policastro che questa mattina hanno protestato davanti l’ospedale “Immacolata” di Sapri per la chiusura del Punto Nascite.

InfoCilento - Canale 79

Monta la protesta delle partorienti

Una chiusura che impedisce a tutte le gestanti, a partire dal primo settembre, di partorire nel nosocomio di Sapri. “Siamo venute a protestare qua, questa mattina, perché noi vogliamo partorire a Sapri – affermano a chiara voce le future partorienti – Il parto è un momento importante e qualsiasi travaglio è diverso da un altro e quale medico può garantire che durante il trasporto non succederà nulla di grave. La nostra volontà è di partorire a Sapri se non accadrà andremo a partorire a Lagonegro e non a Vallo della Lucania. Nessuna di noi andrà al “San Luca” noi non porteremo i nostri parti a Vallo della Lucania, cosa che loro vorrebbero. A questo punto preferiremo andare a Lagonegro e non rimanere qua in Regione Campania”.

Una vicenda che si trascina da mesi, dallo scorso 5 marzo, quando fu annunciata la chiusura del Punto Nascita, avvenuta ufficialmente a partire dallo scorso primo settembre. A partire da quella data diversi sono stati i rimpallo tra governo centrale e regionale circa le responsabilità relative alla chiusura del Punto nascite di Sapri.

“Vogliamo partorire a Sapri”

“Il Punto nascita si chiude esclusivamente per motivi politici, né per ragioni di sicurezza e nè per ragioni numeriche – ha affermato il medico Marco Martorano, gastroenterologo all’ospedale “Immacolata” di Sapri – Se fossero ragioni numeriche, i numeri non li ha Vallo della Lucania e non li ha Polla quindi devono essere chiusi tutti. A questo punto ci dovete spiegare la ragione per la quale si sceglie Sapri e non gli altri presidi. È una ragione meramente politica. Non abbiamo intenzione di rinunciare al nostro diritto alla salute. In Ostetricia come negli altri campi. Il Direttore sanitario e tutti quelli che sono coinvolti nell’argomento, non in ultimo i politici che ci dovrebbero rappresentare, fanno finta di non capire. A questo punto la voce passa alla gente e al popolo”.

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