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Caso Alfieri: fine di un’era? Pressioni per lo scioglimento di Comune e Provincia

Franco Alfieri dopo oltre quattro mesi di detenzione senza mai dimettersi potrebbe fare un passo indietro. Anche i consiglieri potrebbero valutare le dimissioni

A cura di Ernesto Rocco Pubblicato il 15 Febbraio 2025
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Per alcuni, è finita un’epoca; per altri, c’è ancora una speranza, seppur ridotta ad un lumicino. La decisione della Corte di Cassazione, che ha respinto i ricorsi presentati dai difensori di Franco Alfieri e degli altri indagati nell’inchiesta per corruzione e irregolarità negli appalti (la sorella Elvira, l’ex capostaff Andrea Campanile, i vertici della Dervit Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria e il funzionario del comune di Capaccio Paestum Carmine Greco) potrebbe cambiare gli scenari nella politica salernitana. 

La situazione politica

Il presidente della Provincia e sindaco capaccese, dal momento dell’arresto avvenuto lo scorso 3 ottobre, non aveva mai voluto fare passi indietro e dimettersi dalle cariche.

Ma la decisione degli ermellini, che rappresentava probabilmente l’ultima speranza per tornare in libertà in tempi brevi, si è spenta ieri quando i giudici hanno deciso di respingere i ricorsi. Restano le misure cautelari mentre sulla competenza dovranno decidere i giudici di merito, ovvero il Tribunale di Salerno dove si è già aperto il dibattimento. 

Speranze disattese

Eppure, c’erano dei segnali che lasciavano presagire una decisione diversa: anche il procuratore a Roma, infatti, aveva sostenuto la tesi della difesa, secondo cui la competenza territoriale per il processo doveva essere del tribunale di Vallo della Lucania e non di quello di Salerno. Ciò avrebbe portato a un trasferimento degli atti presso il tribunale vallese e probabilmente al venir meno delle misure cautelari per gli indagati. C’era fiducia, sia a palazzo Sant’Agostino che nella città dei templi.

Qui, durante la settimana, gli amministratori avevano tenuto delle riunioni con alcuni cittadini, facendo trasparire grande ottimismo sul ritorno del primo cittadino. Di fatto, così non è stato. L’udienza che stabilirà la competenza è fissata per il 20 marzo, ma è difficile che i due enti restino in questa fase di stallo per un altro mese, considerato anche che gli esiti del giudizio sono tutt’altro che scontati in favore degli indagati. 

Il futuro

A questo punto, già sotto pressione, i consiglieri comunali di Capaccio Paestum potrebbero rassegnare le dimissioni, e lo stesso potrebbe succedere anche in Provincia, portando così allo scioglimento del consiglio. Sempre che non sia Alfieri il primo a rassegnare le dimissioni, sperando in questo modo di ottenere un’ulteriore attenuazione delle misure cautelari. I prossimi giorni saranno fondamentali.

Gli oppositori stanno già invocando un passo indietro del politico cilentano. I primi a farlo sono stati il parlamentare Pino Bicchielli, di Noi Moderati, e il consigliere regionale della Lega, Aurelio Tommasetti. 

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