La ricostruzione dei fatti non corrisponderebbe alla realtà. L’uomo di 41 anni, originario del Sud America, arrestato ad Agropoli dai Carabinieri della stazione locale con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della figlia minorenne, respinge le accuse.
La misura cautelare, un’ordinanza di custodia in carcere, è stata eseguita dai militari di Agropoli, città dove l’uomo risiedeva e lavorava come cuoco in un ristorante del luogo al momento dell’arresto. Attualmente, l’indagato è detenuto nel carcere di Vallo della Lucania.
Indagini e il coraggio della vittima
La vicenda ha innescato immediatamente l’attivazione del codice rosso, il protocollo specifico per i casi di violenza domestica e abusi sui minori. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, sono partite all’inizio dell’estate a seguito delle prime segnalazioni. Nelle settimane successive, grazie all’ascolto protetto della minore e alla raccolta di ulteriori elementi, è emerso un possibile quadro di violenze e sopraffazioni.
È stata la ragazzina a denunciare il padre ricostruendo fatti che si sarebbero consumati in un arco di tempo e in diverse località. Inizialmente, gli episodi sarebbero avvenuti a Nocera, dove l’uomo e la sua famiglia risiedevano. Successivamente, le violenze sarebbero continuate ad Agropoli, città in cui la famiglia si era trasferita anche per motivi legati all’impiego lavorativo dell’indagato.
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Interrogatorio di garanzia e la difesa dell’indagato
L’uomo è comparso giovedì davanti al magistrato per l’interrogatorio di garanzia presso il penitenziario di Vallo della Lucania. In tale sede, però, ha respinto ogni accusa, negando i fatti contestati. Ha dichiarato al giudice che “non è vero nulla”, sostenendo di aver avuto con la figlia soltanto dei contrasti familiari.
La ragazzina, descritta come fragile, è attualmente seguita dai servizi sociali ed è stata affidata a esperti per garantirle il necessario supporto psicologico e la sua sicurezza.

