Ancora criticità segnalate al Dea di Vallo della Lucania – Agropoli. Problemi dovuti alla carenza di personale, ormai una costante non soltanto presso il presidio vallese, ma in tutto il comprensorio del Cilento e Vallo di Diano.
Dea di Vallo della Lucania – Agropoli: le criticità
Così la Nursind, attraverso il segretario territoriale Biagio Tomasco, ha voluto inviare una nota ai vertici dell’Asl Salerno, per segnalare i problemi che si traducono in difficoltà organizzative, tecniche e gestionali.
La loro risoluzione è possibile soltanto con un aumento dei dipendenti, da tempo auspicato.
«La carenza di personale che stringe il DEA di Vallo Agropoli ha origini lontane nel tempo – osserva Tomasco – che hanno visto una cattiva programmazione del ricambio generazionale e scarsa attenzione alle dinamiche lavorative dei dipendenti, che in numerosi casi sono solo transitati per il DEA per poi accasarsi presso ospedali più vicini alla loro residenza».
«Il pensionamento – ha aggiunto – ha inciso in maniera abbastanza evidente sulla dotazione organica assegnata al DEA, ma allo stesso tempo si è permessa la fuoriuscita di personale senza che fosse garantita la compensazione con altro personale in entrata».
La situazione del personale
A tutto ciò va aggiunta l’assenza di primari presso il Dea di Vallo della Lucania – Agropoli, un problema che riguarda numerosi reparti, determinando una situazione «al limite del collasso.
Cardiologia, Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Centro Trasfusionale, Medicina Generale, Pronto Soccorso e Pediatria, al momento vanno avanti unicamente per mezzo di convenzioni e con ricorso all’auto convenzionamento interno (ALPI). Ciò determina uno sperpero di risorse.
«La situazione che si è creata ha prodotto aberrazioni gestionali foriere di rischio clinico soprattutto nel Pronto Soccorso, dove la carenza medica è più accentuata, tanto che è dallo scorso anno che la direzione di presidio emette ordini di servizio a tutto il personale medico operante in altre UU.OO., con il risultato di ingolfare soprattutto le aree chirurgiche che si vedono sottratte le unità mediche utili a completare gli interventi chirurgici, che invece continuano a rimanere in coda», si legge nella missiva indirizzata all’Asl.
I problemi dei reparti
Una condizione che, nel caso di cardiologia, non garantisce un’operatività minima, poiché stando alle segnalazioni del sindacato lo stesso cardiologo (unico in turno) deve garantire il servizio, il reparto, la terapia intensiva, i Pronto soccorso, i ricoveri ecc…
La situazione che vede poi la neurochirurgia e la chirurgia vascolare, metterebbe a rischio l’assistenza dei pazienti politraumatizzati che il 118 continua a trasferire presso il Pronto Soccorso del San Luca, che in questo modo si ritrova ad affrontare emergenze senza il necessario intervento di tutte le figure specialistiche previste.
«A tanto si è poi aggiunta la discutibile decisione di riaprire il reparto covid, poiché di reparto trattasi visti i giorni di permanenza dei pazienti positivi in quegli ambienti, che ha visto la soppressione della medicina d’urgenza che, in un territorio ad alta presenza di popolazione anziana, e quindi presentante patologie respiratorie e cardiache, ben avrebbe potuto aiutare a decongestionare in primis la cardiologia e la medicina generale», ragiona Tomasco.
La carenza di infermieri e oss
Come per i medici anche l’assenza di infermieri fa la sua parte: l’età media dei lavoratori è di 55 anni e il personale è aggravato dai carichi di lavoro con il personale, soprattutto quello più anziano, ormai demotivato e impossibilitato a dare prestazioni efficai. Per gli Oss, infine, presso il Dea di Vallo della Lucania – Agropoli ne mancano 110 secondo Nursind.
Di qui la richiesta di interventi immediati per garantire il buon funzionamento delle strutture sanitarie.