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Attesa per la comunità di Castellabate, domani in udienza con Papa Francesco

La comunità di Castellabate, all'udienza generale del Papa, domani a Roma con la statua di San Costabile, patrono

A cura di Roberta Foccillo
Pubblicato il 22 Febbraio 2022
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San Costabile

Nell’udienza generale di domani, 23 febbraio, il Santo Padre Francesco, riceverà la comunità di Castellabate insieme alla Statua del Santo Patrono San Costabile; in occasione del quarantesimo anniversario, della sua proclamazione a Patrono secondario della Diocesi di Vallo della Lucania.

La comunità parrocchiale, si recherà a Roma, nel pieno rispetto delle vigenti norme anti Covid-19; per ascoltare le parole del Papa e celebrare insieme l’Eucarestia nella Basilica Vaticana.

San Costabile

Costabile (costante, stabile) è l’unico Santo cilentano il cui culto riconosciuto dal Papa Leone XIII nel 1893. Nato nella contrada Tresìno (oggi nel comune di Castellabate) nel 1064, entrò nel monastero benedettino di Cava De’ Tirreni all’età di 7 anni per dedicarsi al servizio divino sotto la guida dell’abate S. Leone (1079).

Alla morte dell’abate San Pietro (1123) di cui era stato coadiutore, assunse il governo della badia come quarto successore del fondatore Sant’Alferio. Nel breve periodo del suo governo iniziò la costruzione di un castello a difesa delle popolazioni cilentane; intorno al quale si sviluppò il centro abitato di Castellabate, di cui è protettore.

Esempio di mitezza, di purezza, di umiltà e di amorevole carità e comprensione verso i confratelli, morì improvvisamente il 17 febbraio 1124 sepolto nella grotta Arsicia, accanto ai suoi predecessori, dove ancora oggi riposa; il comune di Castellabate, che lo riconosce suo fondatore, lo venera come celeste protettore e ne custodisce le immagini e le reliquie nella Basilica Minore Collegiata di S. Maria Assunta.

Fu nominato Patrono Secondario della Diocesi di Vallo della Lucania nel 1979; alcuni anni dopo il passaggio di quindici Parrocchie cilentane dalla Badia di Cava De’ Tirreni alla Diocesi. (A cura di Don Aniello Adinolfi, Direttore dell’Archivio storico diocesano).

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