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Emergenza Covid: proclamato stato di agitazione del personale dell’Asl Salerno

Segnalate "una serie di negligenze e di inottemperanze molto gravi e che mettono a rischio tutti"

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 15 Aprile 2020
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La FISI dichiara lo stato di agitazione di tutti i dipendenti della ASL di SALERNO per “la gravissima situazione esistente in provincia di Salerno” che “mina la sicurezza dei dipendenti e degli utenti”.  Pur essendoci dei vincoli sulle dichiarazioni di sciopero da parte delle Organizzazioni Sindacali e su cui la Commissione di Garanzia ha determinato che fino al 30 di aprile non è possibile dichiarare sospensioni del servizio, è comunque possibile dichiarare lo stato di agitazione del personale, riservandosi di dichiarare lo sciopero quando questo sarà possibile.

In tal senso, chiariscono dal sindaco, “Lo Stato di agitazione è da intendersi come uno stato di profondo disaccordo con la ASL SALERNO sulle azioni e sulle procedure messe in campo da questa ultima e che pongono in grave rischio la salute dei dipendenti e degli utenti. Infatti come già denunciato dalla FISI, si sono bloccate tutte le prestazioni sanitarie necessarie accorpando reparti e servizi e chiudendo all’utenza tutte quelle prestazioni in continuità generando confusione tra gli utenti ed esponendo il personale a rischi per la propria incolumità, rischi derivanti da percorsi non differenziati e mancanze di idonei dispositivi di protezione”.

Rolando Scotillo dichiara: “è da un mese che ci affanniamo a fare proposte ed a dire che, stando ai dati epidemiologici in Regione Campania, il vero rischio era di morire per mancanza di assistenza e non per il coronavirus. Siamo stati, come Cassandra, inascoltati ed ora le cose che avevamo previsto stanno accadendo: ad un paziente di 51 anni con febbre ed un gonfiore al piede è stato effettuato un tampone e poi mandato a casa dove è morto per aneurisma aortico non diagnosticato, perché non positivo al test; gran parte dell’utenza non si reca più in Ospedale, anche con sintomatologie serie, per colpa della mancata differenziazione di area tra parte COVID e parte non COVID negli Ospedali per non mettere a rischio la propria vita”.

“L’Ospedale di Agropoli, che insieme a Scafati è Hospital COVID dedicato, pur avendo tutte le attrezzature non ha il personale necessario, pur avendo la ASL la facoltà di poter attingere immediatamente da una graduatoria interna di mobilità dal 2018…Insomma una serie di negligenze e di inottemperanze molto gravi e che mettono a rischio tutti. Ed in tutto ciò la ASL di SALERNO nega ogni confronto con i rappresentanti dei lavoratori.”, prosegue il sindacalista. 

Ma le criticità evidenziate dalla Fisi sono anche altre: “Dal lato sanitario, per gli operatori non va molto meglio, il filtro dell’area pre triage ospedaliero ancora non funziona perfettamente e ci sono casi come la Pediatria di Battipaglia o la Chirurgia di Nocera dove percorsi COVID e percorsi NON COVID sembrano essere superati con troppa disinvoltura, segno che c’è qualcosa che non va. Ed intanto giungono notizie che da Eboli, e non solo, si rifiutano ricoveri e che – invece – pazienti che potrebbero essere trattati per interventi “necessari” non vengono chiamati per l’esistenza di accorpamenti di cui non si capisce né l’origine, né le motivazioni ponendo la conduzione sanitaria del DEA di I° Livello (Eboli – Battipaglia – Roccadaspide) sempre più nell’occhio del ciclone per le negligenze esistenti. La FISI è decisa di andare fino in fondo, e dopo le denunce effettuate nei giorni scorsi, sta provvedendo a predisporre altri atti che andranno all’autorità giudiziaria, non appena la situazione lo permetterà si andrà verso lo sciopero generale del settore: negligenze, incompetenza e mala fede non si possono commentare e sopportare, che qualcuno paghi!”

“Fortunatamente il Coronavirus ha risparmiato la Regione Campania, atteso la residualità dei contagi, se quello che è accaduto in Lombardia e nel Veneto fosse accaduto in Regione Campania con questa dirigenza i morti tra gli anziani non si sarebbero contati più. Fortunatamente il popolo Campano ha reagito bene ed ha osservato le disposizioni nazionali sul distanziamento sociale ed il divieto di assembramento – fatta eccezione per qualche caso – senza che le misure da panico previste da De Luca abbiano avuto effetto. Meno disorganizzazione e più competenze forse sono meglio di mille proclami”, concludono dalla Fisi.

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