Cilento

Qual era il volto di San Francesco quando venne ad Agropoli?

Proviamo a scoprire quale era il vero volto del Santo

Ernesto Apicella

11 Gennaio 2019

Spesso mi sono chiesto com’era San Francesco d’Assisi quando venne ad Agropoli?
Come si presentava nel suo aspetto fisico e spirituale quando soggiornò nel 1219 e nel 1222? La ricerca è iniziata qualche tempo fa ed ecco le fonti storiche (reliquie, affreschi, testi) che ci forniscono l’immagine di San Francesco d’Assisi.
Premessa: le visite di San Francesco d’Assisi ad Agropoli sono state documentate, con nuove ed inedite testimonianze, in vari articoli che ho pubblicato sul giornale on line “Infocilento”:

La prima visita del 1219

Il 24 giugno 1219, dopo vari tentativi, San Francesco d’Assisi riuscì ad imbarcarsi su una nave che, da Ancona, lo avrebbe condotto a compiere la sua missione in Terra Santa, quella di incontrare il Sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino. Dopo varie peripezie, San Francesco d’Assisi incontrò il Sultano, che lo accolse con cortesia e rispetto. Quando giunse in Egitto, San Francesco d’Assisi, non aveva una posizione chiaramente anticrociata, ma l’amara e triste esperienza vissuta lì, lo portò a rifiutare totalmente la guerra anche per scopi “religiosi”. Al suo ritorno dalla Terra Santa, nel Dicembre del 1219, è probabile che San Francesco d’Assisi sia approdato in uno dei porti del Tirreno. Infatti già dalla prima metà del XIII secolo, in Italia risultava più sostenuto il pellegrinaggio via mare, soprattutto lungo le rotte tirreniche, In particolare il porto di Messina. Ma l’imbarco e lo sbarco si effettuava anche a Napoli, dove la presenza dei Cavalieri Templari, Giovanniti e Teutonici garantivano una testa di ponte con la Terra Santa. Quindi è plausibile che San Francesco d’Assisi, nel mese di dicembre, durante il suo viaggio di ritorno dalla Terra Santa, si trovasse nel borgo marinaro di Agropoli. Qualche avvenimento a noi sconosciuto, lo costrinse a dimorare nello “Spedale” Templare della Marina, dove avvenne l’incontro con San Daniele Fasanella, all’epoca prete secolare. (Vedi articolo: “Anno Domini 1219. San Daniele Fasanella incontra San Francesco d’Assisi ad Agropoli”).

La seconda visita del 1222

San Francesco d’Assisi intraprese una missione durata circa due anni (1221-1222) nell’Italia Meridionale, come mai? Forse perché voleva divulgare il suo nuovo messaggio di pace e di fratellanza tra Cristiani e Musulmani. San Francesco si era reso conto che il viaggio dei pellegrini in Terra Santa, non poteva essere gestito dalle spade dei Templari negli “Spedali (Ospedali)”. Bisognava edificare una serie di Conventi sulle vie percorse dai pellegrini, dove essi avrebbero trovato non solo ricovero, ma anche assistenza spirituale. Un cammino che, convento per convento, avrebbe purificato i pellegrini, per presentarli puri nell’animo e nel corpo in Terra Santa. Ecco il suo nuovo messaggio di Pace e di Fratellanza. Ad Agropoli giunse nella Primavera del 1222 ed il Convento, probabilmente, fu edificato nel 1230.
(Vedi articolo:“Gli Ultimi Misteri. San Francesco d’Assisi ad Agropoli” Pubblicato il 23/03/2015”)

Cercherò, attraverso varie fonti storiche (reliquie, affreschi, testi), di tracciare l’aspetto fisico, nonché spirituale, di San Francesco d’Assisi, quando giunse ad Agropoli. San Francesco d’Assisi indossava un Saio che aveva confezionato personalmente, la tradizione narra che: “(…)si confeziona da sé una veste che riproduce l’immagine della croce, per tenere lontane tutte le seduzioni del demonio, la fa ruvidissima per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, e talmente povera e grossolana da rendere impossibile l’invidiargliela.(…)”. Il grigio era il colore originario, poiché la tonaca si tesseva con la lana grezza, non tinta, alla maniera più semplice e povera. Il colore appariva di un cenerino, con varie tonalità ora più chiare ora più scure, in base alla lana che si aveva a disposizione.
Conosciamo due dei Sai (Reliquie) indossati da San Francesco d’Assisi:

  • il Saio indossato il 14 ed il 15 settembre 1224, quando sul monte La Verna chiese, nelle sue notti di preghiera e di solitudine, di provare un po’ dell’amore e del dolore che Gesù Cristo sentì sulla Croce. Fu esaudito ed il suo corpo fu segnato dalle stesse piaghe del Crocifisso. Il Saio è esposto nel Santuario Francescano “La Verna” a Chiusi della Verna.
  • Il Saio cinerino, tra il bruno e il bigio, molto rovinato e con tantissimi rammendi, che ricorda la dura scelta fatta dal Santo di povertà materiale e sociale. E’ conservato nella sala delle Reliquie della Basilica di San Francesco d’Assisi.

Conosciamo la descrizione fisica e spirituale di San Francesco d’Assisi riportata nella “Vita prima” da Tommaso da Celano, che entrò nell’Ordine nel 1215 e quindi ebbe l’opportunità di conoscere il Santo. Tommaso da Celano fu presente ad Assisi il 16 luglio 1228, quando Papa Gregorio IX canonizzò Francesco ed in quell’occasione ricevette dal Pontefice l’incarico di redigere la biografia ufficiale. Nella “Vita prima”, scritta tra il 1228 ed il 1229, egli tratteggia, al capitolo 29 (FF 465), un ritratto fisico e spirituale, estremamente preciso, di San Francesco: “Di media statura, quasi piccolo (un metro e sessanta circa), testa rotonda e proporzionata, volto un po’ ovale e proteso, fronte piana e piccola, occhi di media grandezza, neri e sereni, capelli scuri, sopracciglia diritte, naso proporzionato, sottile e rettilineo, orecchie dritte ma piccole, tempie piane, parola mite, ardente e penetrante, voce robusta, dolce, chiara e sonora, denti ben allineati, regolari e bianchi, labbra sottili, barba nera e rada, collo sottile, spalle dritte, braccia deboli, mani scarne, dita lunghe, unghie allungate, gambe esili, pelle delicata, magrissimo, veste rozza, sonno brevissimo, mano generosissima”. Questa descrizione ha ispirato tutti gli artisti che, nei secoli successivi, hanno dipinto San Francesco d’Assisi.

Sappiamo come si vestiva, conosciamo il suo aspetto fisico, ma qual era il vero volto di San Francesco d’Assisi quando giunse ad Agropoli? Gli storici si dividono tra l’Affresco del Santo Speco di Subiaco, composto in occasione del soggiorno del Santo nel 1223/24; il dipinto, a tempera ed oro su tavola, di Bonaventura Berlinghieri, datato 1235, custodito nella Chiesa di San Francesco a Pescia; l’affresco di Cimabue, nella Basilica Inferiore di Assisi, dipinto nel 1278/80, molti anni dopo la morte del Santo.
1) L’Affresco di San Francesco d’Assisi, presso il Santo Speco di Subiaco, è situato nella Cappella di San Gregorio Magno. San Francesco d’Assisi è rappresentato su un pannello rettangolare di color bruno-oliva, senza stimmate. Il che, secondo gli storici, fa pensare che il dipinto sia stato realizzato quando il Santo era ancora in vita. Il suo volto è allungato con barba; il capo è coperto dal cappuccio del saio, di cui è vestito; la mano sinistra regge una pergamena sulla quale è scritto “Pax huic domui” (Pace a questa casa). Nella parte superiore, ai due lati della testa del Santo, c’è la scritta “Fr(ater) Fra(n)ciscu(s)”. Questo dipinto di San Francesco d’Assisi è certamente il più antico che si conosca.

2) “San Francesco e storie della sua vita” è un dipinto, a tempera ed oro su tavola (160x123cm), di Bonaventura Berlinghieri, datato 1235 e custodito nella Chiesa di San Francesco a Pescia. La tavola venne riscoperta, nel 1880 circa, da Michele Ridolfi. In quell’occasione fu ritrovata la data e la firma dell’artista, che confermarono come l’opera, dipinta appena nove anni dopo la morte del Santo, fosse tra le più antiche rappresentazioni. La splendida tavola a fondo oro, dalla tipica forma cuspidata, rappresenta San Francesco d’Assisi posto in piedi in posizione centrale. Il Santo indossa un saio legato tramite un cingolo con tre nodi, che simboleggiano la povertà, la castità e l’obbedienza, ed è incappucciato. Nella mano sinistra regge probabilmente il Vangelo o il libro della Regola, mentre con la destra benedice, mostrando le stimmate. Ai lati del Santo sono rappresentate alcune storie della sua vita: “Miracolo degli storpi; Miracolo degli zoppi; Miracolo degli ossessi; Guarigione di una bimba; Predica agli uccelli; Stimmate.

 

3) L’affresco di Cimabue (Cenni di Pepo: 1240-1302) è un dipinto, a tempera su tavola (107×57 cm), databile 1290 circa ed è conservato nel Museo della Porziuncola presso la Basilica di S. Maria degli Angeli ad Assisi. La tradizione vuole che la tavola sia stata utilizzata come coperchio per la tomba di San Francesco d’Assisi e che vi fosse dipinto il ritratto del Santo. Egli è ritratto a figura intera e con il saio, con l’Aureola e la chierica, barba corta ed il mento appuntito. Impugna con le due mani il libro della Regola e mostra le ferite delle stimmate su mani, piedi e, attraverso uno squarcio nel saio, sul costato. 

4) Esiste un altro affresco con l’immagine di San Francesco d’Assisi ed è la “Maestà di Assisi”, attribuito a Cimabue, databile 1285-1288. Lo si può ammirare nella Basilica Inferiore di San Francesco d’Assisi. Mostra la Madonna col Bambino in Maestà, cioè su un trono, tra quattro angeli e con San Francesco d’Assisi sulla destra. Il Santo è simile a quello ritratto sulla tavola conservata nel Museo di Santa Maria degli Angeli, purtroppo le ridipinture successive impediscono una chiara lettura sulla reale fisionomia del volto di San Francesco.

Quindi la mia ricerca si conclude con un dubbio!!!
Qual è il vero volto di San Francesco tra questi tre dipinti che vi ho presentato?

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