Politica

Capaccio Paestum: “Ex sindaco autoritario, mortificato il ruolo dei consiglieri”

I sei consiglieri passati dalla maggioranza all'opposizione chiariscono i motivi della sfiducia al primo cittadino

Paola Desiderio

3 Gennaio 2019

«Si sono fatte tante illazioni, ci sono state tante polemiche che hanno diviso l’opinione pubblica. Noi abbiamo deciso perché ci eravamo resi conto che quest’amministrazione non riusciva ad essere vicina all’esigenze della popolazione di Capaccio». Così l’ex consigliere Francsco Petraglia a introdotto la conferenza stampa durante la quale, questa sera, nella sede di Laboratorio Politico, insieme a Fernando Maria Mucciolo, Alfonsina Montechiaro, Pasquale Accarino, Nino Pagano e Angelo Merola ha spiegato i motivi che li hanno convinti a firmare la sfiducia al sindaco Franco Palumbo assieme a Pasquale Mazza, Pia Adinolfi e Luca Sabatella.

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«Avevamo già manifestato il nostro dissenso rispetto all’operato del sindaco e dell’amministrazione in generale, avendo ottenuto come riposta il ritiro delle deleghe da parte del sindaco. – ha aggiunto Petraglia – Da qui è iniziato il percorso che ha portato alla sfiducia del sindaco Palumbo».

Fernando Mucciolo ha parlato del futuro: «Stiamo iniziando un percorso in vista delle elezione che sarà dettato da parametrici etici, oltre che politici. Siamo aperti al dialogo con tutti, vogliamo il bene e lo sviluppo di questo territorio».

Alfonsina Montechiaro si è rivolta in particolare alle donne: «Invito le donne a scendere in politica. Siamo aperti a tutti, ma ci siamo dati delle regole e cercheremo di farle rispettare. Dicevano che noi volevamo indossare le famose casacche del potere, ma non ci abbiamo pensato nemmeno un momento perché noi il potere lo intendiamo al servizio dei cittadini».

Quindi ha preso la parola Pasquale Accarino: «La gente ancora mi chiede perché siamo passati in minoranza. Per un motivo molto semplice: perché stare in maggioranza o in minoranza era la stessa cosa, perché in maggioranza non avevamo diritto di parola. Negli ultimi tempi ci sono stati attribuiti titoli gratuiti come “dissidenti”, “traditori” e altre cose. L’unico titolo che ci potete attribuire e ne saremo fieri: siamo stati gli eroi di Capaccio Paestum perché abbiamo liberato Capaccio Paestum da questa cappa di monarchia».

L’ex presidente del Consiglio comunale Nino Pagano ha precisato che «non è vero che l’amministrazione è caduta sul Puc. La relazione programmatica è stata ultimata con la presentazione. Ma non sappiamo come si è arrivati a questa presentazione, perché dopo che è stato dato l’incarico agli architetti, non è stato fatto nemmeno un incontro per sapere noi come volevamo vedere il territorio». Accuse da parte di Pagano verso il sindaco anche per quanto riguarda il Consorzio farmaceutico: «È un’azienda di cui fa parte il Comune di Capaccio. Sei mesi fa il consorzio è scaduto. Il sindaco in questi due anni non ha mai fatto una relazione (lui è anche il presidente del consorzio). Ma lui non ha mai riportato i fatti della società». Si è poi soffermato sull’assunzione di un vigile non capaccese e in generale su gli incarichi affidati a professionisti esterni. «Parliamo del Sele – ha aggiunto –  Più volte ho chiesto all’ufficio lavori pubblici se la validazione del progetto fosse stata fatta. Ma ad oggi non è stato nominato il tecnico per la validazione del progetto.

A concludere è stato Francesco Petraglia che ha ricordato di non aver fatto campagna elettorale con Palumbo: «Sono stato eletto nelle liste che sostenevano Franco Sica sindaco per cui ho accettato la proposta di Palumbo di entrare in maggioranza unitamente a Franco Sica nei giorni successivi al ballottaggio, per portare avanti i punti in comune nei programmi.  Tuttavia sono divenute sempre maggiori le prese di posizione autoritaristiche che hanno mortificato il ruolo dei consiglieri. Abbiamo subito conseguenze di decisioni prese dal sindaco e da qualche suo collaboratore». Quindi ha elencato problemi rimasti senza soluzione: «Riapertura in tempi accettabili della piscina comunale per la quale si è continua a nicchiare, l’annoso problema del Cinema Miriam, le iniziative che dovevano servire a risolvere l’atavico problema del più equo pagamento dei tributi, il problema del sottopasso ferroviario a Paestum».

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