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Vallo della Lucania, love story con alunna: professore condannato

Per lui condanna a due anni ma la relazione prosegue

A cura di Carmela Santi
Pubblicato il 27 Novembre 2018
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Atti sessuali con minorenne. Condannato a due anni il professore “innamorato” della sua studentessa. La sentenza emessa dal tribunale di Vallo della Lucania pone fine ad una vicenda che qualche anno fa fece scalpore a Vallo della Lucania. Una storia d’amore nata tra i banchi di scuola. Una grande passione tra due innamorati. Nulla di strano. Se non fosse che lui si avvicinava ai sessant’anni. Lei ne aveva appena compiuti 18. Lui era il professore, sposato e con due figli, lei una giovane studentessa.

La storia a quanto pare era iniziata quando la ragazza era ancora minorenne. I fatti risalgono al 2015. La giovane studentessa originaria di un comune costiero del Cilento era iscritta ad uno degli istituti superiori di Vallo. Come tante sue coetanee  frequentava regolarmente le lezioni, le piaceva studiare, seguiva con attenzioni tutti i corsi. Lui docente con alle spalle anni di esperienza.

I due, nonostante i quarant’anni che li separano, iniziano a corteggiarsi. Ben presto si innamorano e iniziano una storia che inevitabilmente finisce all’attenzione di tutti. Non appena la ragazza compie diciotto anni lui lascia la moglie e i due vanno a vivere insieme. La relazione non passa inosservata tra i corridoi della scuola. Iniziano ad insospettirsi gli altri docenti.

La love story arriva anche l’attenzione degli altri studenti e dei genitori della ragazza. La madre, che senza esito aveva chiesto l’intervento dell’istituzione scolastica, presenta denuncia contro il professore. La donna scopre  tutto curiosando sulla pagina di Facebook della figlia dove trova le confidenze che la ragazza faceva ad un’amica. Parlava delle attenzioni particolari che il professore le riservava.

Sulla vicenda la procura della repubblica presso il tribunale di Vallo avvia le indagini. Vengono ascoltate alcune persone, la ragazza sottoposta ad incidente probatorio e il professore rinviato a giudizio.

Inizia il processo. Le udienze sono state svolte a porte chiuse. Per il docente, che durante il dibattimento è rimasto assente, qualche giorno fa è arrivata la sentenza di condanna. Il Tribunale presieduto da Gaetano De Luca ha esaminato la ragazza ed alcuni testimoni ritenendo il professore colpevole del delitto di atti sessuali con minorenne. Il difensore del sessantenne aveva chiesto l’assoluzione sostenendo la tesi che vi è reato solo se gli atti sessuali (é tale anche un solo bacio) sono commessi con abuso dei poteri da parte della persona alla quale il minore è affidato a scuola, mentre in questo caso nessun abuso sarebbe stato commesso all’interno dell’istituzione. Quello che accadeva tra i due fuori della scuola non integrerebbe l’abuso richiesto dalla legge. Il Tribunale é stato di diversa opinione, evidentemente,  anche se ha riconosciuto al professore l’attenuante di minore gravità  oltre che la sospensione condizionale della pena.

La vicenda non è conclusa perché occorre attendere l’esito dell’appello che certamente l’imputato proporrà. La love story fra il professore e la studentessa è proseguita anche dopo il diploma della ragazza. La giovane si è iscritta all’università con esperienze all’estero ma continua la sua storia con il professore. La mamma della studentessa sin dall’inizio delle vicenda ha sempre ribadito: “Questo non è amore ma il gesto di una persona malata. È doloroso sapere mia figlia tra le braccia di un vecchio. Lui era il suo professore doveva tutelarla invece ha approfittato della sua debolezza”. La signora ha sempre riconosciuto anche la responsabilità della figlia , “nessuna l’ha costretta con la violenza fisica – dice – ma è stata plagiata con un sottile gioco psicologico. Il professore aveva fatto terra bruciata intorno a lei togliendole gli affetti sinceri, le amiche più care e l’amore di una madre. È riuscito a convincerla giorno dopo giorno che io non le volevo bene”. Oggi sta recuperando il rapporto con la figlia, dopo la sua denuncia è arrivata la sentenza di condanna, ma la donna  avrebbe voluto una pozione più decisa da parte dei dirigenti scolastici e del Provveditorato.

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