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“Decolonizzare il museo”: Paestum e l’Orientale di Napoli alla ricerca del futuro della memoria

Ecco l'iniziativa

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 3 Luglio 2018
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Al via un nuovo progetto di ricerca innovativa sul “futuro della memoria” nel XXI secolo. Ad annunciarlo la rettrice Elda Morlicchio e il professor Iain Chambers dell’Università L’Orientale, insieme al direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel.

“Vogliamo rendere il passato criticamente pertinente al presente tramite temi vitali e attuali quali i colonialismi e le migrazioni nel Mediterraneo – dichiara il prof. Chambers, ordinario di sociologia e studi postcoloniali – dalle migrazioni dei Fenici e dei Greci a quelli di oggi si propone di smontare e ri-assemblare i componenti del museo moderno quale luogo del sapere.”

Il progetto a mira sviluppare nuove prospettive per la ricerca, la didattica e la museografia nell’epoca della globalizzazione e del postcolonialismo – temi essenziali per pensare il “museo del XXI secolo”, come afferma il direttore Zuchtriegel: “Si parla molto di nuove tecnologie, realtà aumentata ecc., ma tutto ciò riguarda solo il ‘come’… bisogna invece riflettere a monte su ‘cosa’ vogliamo comunicare nei nostri musei. Il museo come istituzione nasce nell’ottocento, all’apice del colonialismo e dell’imperialismo europeo … portarlo nel XXI secolo vuol dire molto di più che mettere qualche supporto didattico multimediale o fare una pagina Facebook. Bisogna tornare sui contenuti.”

Tra i temi che saranno affrontati in progetti di ricerca e incontri, c’è anche quello dell’audience development. “Attuare una strategia museologica inclusiva e pluralista significa anche avvicinare pubblici che oggi non ci sono o ci sono solo in percentuali minimi… lo ha dimostrato il Museo Egizio di Torino, il cui direttore Christian Greco sta facendo un lavoro eccezionale”, dice Zuchtriegel.

Il progetto si è avviato ufficialmente giovedì scorso con una conferenza dell’artista e scrittore Paul Carter, Melbourne, sulla Tomba del Tuffatore e la “esposizione dell’invisibile”, tenutasi a margine della mostra “L’immagine invisibile. La Tomba del Tuffatore”, nel cinquantesimo dalla scoperta nel museo di Paestum (in corso fino al 7 ottobre). Durante il prossimo anno, seguiranno incontri tra Napoli e altre città italiane e straniere sul tema del futuro della memoria e della museologia nel XXI secolo. “Il Tuffatore di Paestum è solo un elemento nel dibattito, ma al tempo stesso è una specie di prisma che rinchiude in sé la transizione verso una possibilità di integrazione e di comprensione umana, una riflessione sulla memoria quale elemento fondante della civiltà e del nostro proiettarci verso il futuro”, dichiara Paul Carter. (v. qui per il testo intero della sua conferenza goo.gl/4eRpco ).

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