Continua ad alimentarsi la polemica per l’arrivo di Emanuele Filiberto di Savoia nel Cilento, ad Agropoli e Castellabate. C’è chi individua nella nobile casata una delle cause della rovina del sud Italia. Chi, al contrario, ne prende le difese. Sono proprio i simpatizzanti della casa nobiliare a ad intervenire attraverso una nota. Di seguito pubblicata:
Si ripete la solita polemica nei confronti di un membro della Famiglia Reale italiana nel momento in cui fa visita in una località del “Regno di Napoli”. Una polemica costruita sempre e solo sui soliti luoghi comuni dell’invasione, del brigantaggio, del depauperamento di un territorio e chi più ne ha più ne metta.
Dopo 157 anni dall’Unità d’Italia ancora siamo qui a rimuginare eventi e fatti considerati discutibili anche da grandi storici italiani, ad esempio il prof. Galasso scomparso di recente.
Si fa appello all’invasione dei piemontesi, che guarda caso non trovarono quasi nessun ostacolo, anche da parte della popolazione, nel risalire lo stivale.
Si fa sempre menzione delle stragi di civili, i cosiddetti briganti, da parte dell’esercito piemontese, senza però ricordare, forse per ignoranza storica, che i briganti c’erano già sotto i Borboni, i quali li repressero di certo non con i guanti bianchi nel corso dei decenni. Si parla di corpi smembrati, teste mozzate, corpi torturati e vilipesi, paesi rasi al suolo e tanto altro ancora da parte della polizia borbonica. Basta informarsi un po’ e avere l’onestà intellettuale di ammetterlo. Ma forse non conviene farlo sapere altrimenti cade l’alone romantico del brigante perseguitato ingiustamente e del piemontese persecutore. Per non parlare della feroce repressione borbonica dei moti liberali cilentani del 1828 e del 1848.
Si parla della crisi del sud come conseguenza dell’unità d’Italia. Ma possibile che dopo 157 il sud non ha avuto la capacità di rialzarsi? Manco vi avessero trasportato il deserto dal Sahara. Allora vuol dire che nemmeno la Repubblica “democraticamente” scelta, ha agito bene visto lo stato in cui versa il Meridione. Non è che il problema del sud è dovuto ai sudisti e alla loro mentalità che li porta a stare nello stato in cui ci troviamo? Bisogna avere l’onestà di ammettere anche questo. Se il nord e non solo d’Italia ma del mondo va avanti è perché la mentalità anche lavorativa e civile è avanti.
Senza poi considerare gli innumerevoli commenti degli “storici” del web che pur di andare contro i Savoia gli additano probabilmente di essere la causa della fame nel mondo e del surriscaldamento globale. Quante imprecisioni ed errori storici. Addirittura un commento diceva che il Re Vittorio Emanuele III era scappato da Roma, portando con se gioielli e denaro, per andare in Alessandria d’Egitto. Ma la storia questi signori dove l’hanno studiata? E già questo fa comprendere il tenore dei critici.
A proposito ma Francesco II di Borbone, ben prima che arrivasse Garibaldi a Napoli, dove andò? Se la memoria non ci inganna scappò a Gaeta.
Ma ci rendiamo conto che forse è arrivato il momento di fare pace con il nostro passato, che ormai è passato e non può più ritornare, e guardare avanti in maniera pacifica e serena? Ma non ci insegnano niente le altre Repubbliche europee, soprattutto ex sovietiche, dalla Russia alla Romania che addirittura hanno accolto i propri reali vivi e defunti come parte della loro storia, bella o brutta che sia, integrandoli e accettandoli?
Ma noi siamo italiani e ci distinguiamo sempre, in negativo. Forse anche per questo l’Italia non ha mai avuto una storia unitaria restando divisa per secoli in stati e staterelli, al contrario delle altre nazioni europee.
Comunque al Principe chiederemo di fare le proprie scuse e quelle della sua Famiglia per il disboscamento in atto in Amazzonia, sicuramente sarà colpa anche loro.
Per ora, benvenuto Principe Emanuele, il Cilento, terra accogliente e ospitale, sarà felice di averla per un giorno come suo illustre visitatore.
Un simpatizzante