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Dipendenza dallo Stato dei comuni: ecco ci riceve più finanziamenti in Cilento e Vallo di Diano

In vetta Buccino, fanalino di coda Agropoli

A cura di Fiorenza Di Palma
Pubblicato il 31 Maggio 2017
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Soldi contanti

In vetta Buccino, fanalino di coda Agropoli

Le entrate dei bilanci comunali possono derivare, oltre che da risorse proprie, anche da trasferimenti di altri enti pubblici, e in particolare dallo stato. Vediamo quali comuni, tra quelli superiori ai 200mila abitanti, sono più dipendenti dai fondi derivanti dallo stato centrale.

Una parte delle entrate dei bilanci comunali è costituita dai trasferimenti e dai contributi che derivano dallo stato, dalle regioni o da altri enti pubblici. Un primo indicatore per analizzare il fenomeno della capacità di un comune di sostenersi con risorse proprie e non con trasferimenti è quello dell’autonomia finanziaria visto in un precedente post.

Questo indicatore permette capire fino a che punto il comune può fare conto su forze proprie per determinare il futuro della comunità. Ma se vogliamo sapere in che misura un comune sia dipendente dallo stato – ovvero il peso dei trasferimenti statali sul suo bilancio – può tornare utile un altro indicatore di openbilanci, quello della dipendenza dallo stato.

In questo caso le entrate correnti da contributi e trasferimenti statali correnti sono calcolate in percentuale sul totale delle entrate correnti. Maggiore è la percentuale e più alta è la dipendenza.

Nel 2014, ultimo anno di rilevazione, tra le città superiori ai 200mila abitanti, Palermo e Roma sono quelle più dipendenti dallo stato e staccano di diverse lunghezze le altre città italiane. Il 16,02% delle entrate del capoluogo siciliano è rappresentato da contributi e versamenti da parte dello Stato, mentre per la capitale questa quota rappresenta il 14,19%.

Va comunque segnalato che in entrambe le città si nota una netta riduzione della dipendenza dallo stato rispetto al 2013. L’anno precedente infatti si attestavano sul 36% (Palermo) e sul 20,73% (Roma).

Gran parte delle città maggiori si trova nel range 5-8%. In questa fascia troviamo, nell’ordine, Catania (7,81%), Napoli (7,55%), Torino (7,24%), Genova (6,77%), Milano (6,45%), Bari (6,21%) e Bologna (5,78%).

Sotto il 5% tutte gli altri comuni più grandi; la città che ha ricevuto meno trasferimenti statali rispetto alla dimensione del suo bilancio è stata Trieste (2,44%).

Nel comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, solo Buccino, con una dipendenza del 33,92% si posiziona nella top ten, al quinto posto. Per trovare un altro comune del comprensorio bisogna arrivare ad Altavilla Silentina (18° con il 18%), Polla (21° con il 17%).

Più indietro Ogliastro Cilento (28°), Sapri (30°), Buonabitacolo (34°), Perito (42°), Omignano (49°), Pertosa (52°), Caselle in Pittari (53°), Ispani (61°), Celle di Bulgheria (62°), Cuccaro Vetere (75°), Ceraso (79°), Rofrano (88°), Lustra (91°), San Mauro La Bruca (94°).

I comuni più grandi sono molto indietro nella graduatoria: Agropoli con una dipendenza dell 0.34 è al 494° posto in Campania; poco più su Castellabate (462°). Si posizionano tra i primi 250 Sala Consilina (192°), Centola (220°), Capaccio Paestum (237°), Camerota (282°)

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