Cronaca

Sindaco rinviato a giudizio: “l’accusa è infondata”

Il primo cittadino di Capaccio Paestum andrà a processo per abuso d'ufficio. Anche la moglie e un funzionario comunale a giudizio

Redazione Infocilento

2 Novembre 2016

Il primo cittadino di Capaccio Paestum andrà a processo per abuso d’ufficio. Anche la moglie e un funzionario comunale a giudizio

CAPACCIO PAESTUM. Dopo la notizia del rinvio a giudizio del sindaco Italo Voza, della moglie Maria Giuseppa Pisani e del responsabile dell’Ufficio Edilizia del Comune, l’ing. Vincenzo Criscuolo, imputati a vario titolo di abusivismo edilizio ed abuso d’ufficio, arrivano le dichiarazioni del primo cittadino. “Il giudizio chiarirà inequivocabilmente come l’accusa riguardante un presunto abuso d’ufficio sia del tutto infondata”, esordisce Voza. “D’altronde – aggiunge – si tratta di procedure in cui l’Amministrazione ed il Sindaco non sono parte attiva né direttamente coinvolta in alcun modo sin dalla Riforma Bassanini del 1997. Sono assolutamente sereno e convinto che il dibattimento pubblico sia la modalità più adatta per ristabilire la verità a fronte degli inaccettabili continui tentativi di strumentalizzazione politica per una vicenda quasi surreale, che vede coinvolti anche miei familiari. Ripongo piena ed incondizionata fiducia nell’azione dell’autorità giudiziaria e spero che si giunga ad una sentenza il più rapidamente possibile, per chiarire definitivamente la correttezza e l’onestà del mio operato e delle altre persone coinvolte, che emergerà con assoluta chiarezza da documenti, fatti e circostanze”.

“In questo momento – conclude Voza – rimango concentrato esclusivamente sull’attività politica ed amministrativa che, insieme a Giunta e maggioranza consiliare, stiamo portando avanti. Mi convinco sempre di più che il quotidiano lavoro a favore della popolazione sia l’unico nonché il migliore modo per arrivare all’appuntamento delle elezioni comunali della primavera 2017”.

La prima udienza del processo a carico di Voza, Pisani e Criscuolo è in programma ad aprile. Secondo le accuse i tre “si accordavano tra loro affinché Criscuolo, omettesse, così come ometteva in violazione dei suoi doveri repressivi in funzione di antiabusivismo edilizio, di procedere all’esecuzione in danno dell’ordine di abbattimento (n. 165 del 20/9/2015) relativo ad un fabbricato per civile abitazione edificato e più volte ampliato abusivamente, ubicato in Via Nettuno 2, adibito ad abitazione e residenza familiare dei coniugi Voza-Pisani, beneficiari e istigatori, che avevano lasciato in ottemperato l’ordine entro il termine dei 90 giorni a essi ingiunto”.

Tale inosservanza, secondo l’accusa, “ha intenzionalmente procurato per Italo Voza, sindaco di Capaccio Paestum, che aveva nominato Criscuolo responsabile di settore con decreto sindacale del 22/08/2012, e alla moglie Maria Giuseppa Pisani, un ingiusto vantaggio patrimoniale”, in un’area tra l’altro sottoposta ai vincoli della legge 220 Zanotti-Bianco.

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