L’11 ottobre 2025 segna il decimo anniversario della scomparsa del professor Michele Pecora, figura centrale e poliedrica per oltre mezzo secolo della vita agropolese. È stato un testimone e protagonista di momenti storici della città e della nazione. Soprannominato “l’uomo dalle tante vite”, Pecora è stato un brillante intreccio di ruoli: l’ideatore del celebre locale “Il Carrubo”, un atleta esemplare, un dirigente sportivo illuminato, un amato insegnante e un imprenditore di successo.
La sua signorilità e l’eleganza del tratto sono ricordate ancora oggi da personalità del calibro di Red Canzian, storico bassista dei Pooh, che solo pochi giorni fa, durante la presentazione di un suo libro ad Agropoli, ha citato l’indimenticabile proprietario del Carrubo, palco di alcune esibizioni della band negli anni ’70 e ’80.
La passione in campo: dal calcio al tennis
Il carattere gentile, affabile e l’innato ottimismo hanno contraddistinto ogni aspetto della vita del professor Pecora. Gli anziani di Agropoli lo ricordano come il fortissimo centromediano dell’U.S. Agropoli dal dopoguerra fino alla fine degli anni Cinquanta, noto per la sua esemplare correttezza: non fu mai sanzionato da un arbitro.
Il suo amore per lo sport andava oltre il campo. Nel 1961, in un gesto dettato dalla passione per il mare e durante la presidenza del padre Attilio Pecora, fu lui a coniare il soprannome “Delfini” per la squadra di calcio di Agropoli, appellativo che l’accompagna tutt’oggi. Oltre al calcio, nel dopoguerra fu pioniere nel Cilento nella fotografia e nella pesca subacquea, insieme al fratello Ignazio. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, indossò la divisa da tennista, dedicandosi con passione a questo sport e fondando il circolo tennis “Il Carrubo”. Per la sua attività poliedrica di atleta e dirigente sportivo, nel 2010 venne insignito del distintivo d’oro d’onore del CONI. La sua fibra sportiva era indomita: a ottant’anni giocava ancora a tennis, praticava il podismo e si dedicava al biliardo.
Dalla cattedra al Carrubo
Laureato in giurisprudenza, Michele Pecora ha lasciato il segno anche nella formazione, insegnando a lungo materie giuridiche ed economiche. Tuttavia, è nel settore dell’intrattenimento che ha creato la sua opera più amata e riuscita: Il Carrubo. Dal 1972, questo locale è diventato uno dei più celebri d’Italia, un’attività ultra-cinquantennale che ha ospitato i più grandi nomi della musica italiana.
Testimone della storia: da Clark a Ciano
Oltre ai successi professionali e sportivi, il professor Pecora è stato testimone oculare di importanti accadimenti storici. Nel luglio del 1943, a soli diciassette anni, accolse l’ufficiale americano che comunicò la requisizione del piano terra della villa di famiglia per farne il quartiere generale del Comando Alleato. Nei giorni seguenti, il generale Clark si insediò a Villa Pecora con il suo stato maggiore per le riunioni operative cruciali.
Anni prima, nel 1935, accompagnando il padre, fu testimone a nove anni del celebre pranzo mancato al ristorante Nettuno di Paestum, quando Mussolini si alzò da tavola lasciando tutti digiuni. Nell’estate del 1941, a Capri, strinse un’amicizia adolescenziale con i figli di Edda Mussolini e Galeazzo Ciano, un legame che gli permise di pranzare più volte alla tavola del Ministro degli Esteri. La Storia, insomma, lo toccò molto da vicino.
Impegno politico e il legame con il giornalismo
Impegnato anche nella vita amministrativa locale, Michele Pecora fu consigliere comunale ad Agropoli negli anni Settanta e Ottanta. In occasione del passaggio del Giro d’Italia, il Sindaco Vincenzo Di Filippo gli affidò i rapporti con la stampa. Fu in quei giorni che nacque una profonda e duratura amicizia con il celebre telecronista sportivo Adriano De Zan. Personalità di grande spessore umano e legatissimo alla sua famiglia, si è spento serenamente l’11 ottobre 2015 all’età di 88 anni. Le sue ultime parole alla moglie Concettina, per rassicurarla, furono: “sto bene”.