Un clima rovente e polemiche accese hanno animato la riunione del Consorzio del Piano Sociale di Zona, dopo la diffida inviata a sette Comuni accusati di non aver versato le quote di compartecipazione.
Le criticità
Secondo il presidente Michele Di Candia, mancherebbero all’appello circa 9 milioni di euro, una cifra che avrebbe creato gravi criticità nei conti del consorzio e che potrebbe portare anche alla soppressione di alcuni servizi. Immediate le reazioni degli amministratori dei Comuni interessati.
Le dichiarazioni
Antonio Caggiano, sindaco di Auletta, ha precisato: “Il nostro Comune ha pagato regolarmente da tempo”. Simile la posizione di Buonabitacolo e Padula, che hanno attivato un piano di rientro, mentre il sindaco di Caggiano, Lamattina, ha ribaltato l’accusa sostenendo che “è il Consorzio a doverci dei soldi”. Monte San Giacomo, dal canto suo, ha confermato di aver ottemperato a ogni obbligo. Più articolata la situazione con Sala Consilina e Sassano, al centro del dibattito. Il sindaco di Sassano, Domenico Rubino, ha dichiarato: “Il nostro Comune ha saldato tutto e non deve nulla al Consorzio. È ora che si proceda a una verifica puntuale delle poste contabili, specie dei residui attivi”.
Dura anche la presa di posizione di Mimmo Cartolano, sindaco di Sala Consilina, che ha accusato il Consorzio di non aver mai portato avanti le trattative sul contenzioso, sottolineando che “Sala Consilina lamenta delle spettanze non ricevute”». Intanto, il CdA del Consorzio riunitosi ieri ha confermato la linea tracciata dall’ente, chiedendo collaborazione ma anche responsabilità agli enti aderenti. Una situazione complessa e tutta da chiarire, con toni sempre più aspri e una frattura politica che mina gli equilibri tra gli amministratori del Vallo di Diano.