La Procura della Repubblica di Salerno ha chiuso le indagini sulla tragica morte di Francesco Pio D’Amaro, il bambino di 13 mesi sbranato dai pitbull a Eboli lo scorso aprile. I genitori dei cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, sono indagati per omicidio colposo.
Un’accusa pesante
Il sostituto procuratore Alessandro Di Vico ha contestato ai due indagati la colpa generica per negligenza e imprudenza nell’affidare i cani a persone ritenute “del tutto inidonee a occuparsi di animali così pericolosi e violenti”. Inoltre, è stata contestata la colpa specifica per omessa custodia dei due molossi.
La dinamica della tragedia
Secondo la ricostruzione della Procura, i due pitbull, Pablo e Totò, già noti per la loro aggressività, sarebbero sfuggiti al controllo dei proprietari e hanno attaccato il piccolo Francesco Pio nel giardino della casa dove si trovava con i familiari. Le ferite riportate dal bambino sono state talmente gravi da causarne la morte.
Dalle indagini è emerso che la pericolosità dei due pitbull era già nota: un mese prima dell’attacco fatale, avrebbero ucciso un altro cane. Nonostante ciò, i proprietari non avrebbero preso adeguati provvedimenti per evitare che potessero arrecare danni a persone o animali.
Gli indagati, assistiti dai rispettivi legali, potranno ora presentare memorie difensive e sottoporsi all’interrogatorio.
Una comunità sconvolta
La tragedia di Francesco Pio ha scosso profondamente la comunità di Eboli. La morte di un bambino così piccolo ha suscitato un’ondata di sdegno e ha riacceso il dibattito sulla pericolosità dei cani di grossa taglia e sulla necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza dei cittadini.