Nella mattinata odierna, un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno – Gruppo Antiterrorismo ha condotto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Il provvedimento, emesso dall’Ufficio GIP del Tribunale di Salerno, ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per O.S., un 33enne di origine tunisina, domiciliato nel comune di Sicignano degli Alburni.
L’uomo è ritenuto gravemente indiziato del reato di istigazione a delinquere e apologia di più delitti di terrorismo commessi attraverso strumenti informatici e telematici (previsto dall’art. 414, commi 1, 2, 3, c.p.), aggravato dall’utilizzo del web.
I contenuti diffusi e l’enorme platea raggiunta
Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe pubblicato e diffuso sul proprio profilo social network “TikTok” numerosi video e immagini inneggianti alla jihad islamica e allo Stato Islamico, la cui natura terroristica è riconosciuta a livello internazionale. Il materiale di propaganda veicolato includeva lodi ai suoi leader, alle sue dottrine, alle pratiche violente, all’uso delle armi, al sacrificio della vita dei martiri e all’odio per gli infedeli e gli apostati, con specifico riferimento alle uccisioni di cristiani.
L’elevatissimo numero di follower del profilo e l’enorme quantità di condivisioni e like hanno potenziato la diffusione del materiale apologetico. Le indagini hanno sottolineato l’enorme capacità diffusiva propria dello strumento online, che ha accresciuto il pericolo che altri potessero «emulare gli atti di violenza, il martirio e l’adesione alla jihad».
Dettagli e persistenza delle condotte
Le attività investigative sono state condotte dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri – Sezione Anticrimine di Salerno, mediante servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Tali accertamenti sono scaturiti da una preliminare attività della Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica di Ancona, che aveva individuato l’account sulla piattaforma social.
È stato documentato che l’indagato avrebbe pubblicato più di 200 video e immagini inneggianti alla strategia terroristica dello Stato Islamico. Gli elementi indiziari acquisiti, ritenuti gravi dal GIP, riguardano:
- l’adesione dell’indagato ai principi jihadisti fatti propri da organizzazioni terroristiche di matrice confessionale islamica;
- condotte di apologia di reati di terrorismo commessi mediante la diffusione selettiva di contenuti multimediali finalizzati alla propaganda jihadista e al procacciamento di nuovi affiliati.
La condotta dell’uomo è risultata particolarmente pervicace: l’attività di diffusione della propaganda è proseguita anche dopo una perquisizione personale e locale eseguita nel mese di ottobre 2024.
Precisioni sul procedimento penale
È importante sottolineare che il provvedimento cautelare eseguito non costituisce un giudizio di responsabilità definitivo, essendo lo stesso impugnabile dinanzi al Tribunale del Riesame. Le accuse, così come formulate e sviluppate, saranno sottoposte al vaglio dei giudici competenti nelle fasi ulteriori del procedimento penale in corso.