“È triste pensare che non si può più partorire a Sapri”. Sono queste le prime parole pronunciate dal Responsabile del Reperto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Immacolata” di Sapri Bruno Torsiello. Da ieri 1° Settembre, infatti, il Punto nascite dell’ospedale del Golfo di Policastro è chiuso. Come già annunciato nei mesi precedenti.
“E’ molto triste”
Una chiusura che sarebbe dovuta avvenire lo scorso primo Luglio e che è stata procrastinata al primo settembre per garantire agli utenti del Golfo di Policastro un importante servizio nei mesi estivi. Essendo il Golfo visitato da migliaia di turisti nella stagione estiva. A partire dalla giornata di ieri dunque sarà possibile provvedere solamente ai casi di emergenza- urgenza. “Nel reparto ci sarà la presenza solo di un medico, di un’ostetrica e di un infermiere che dovranno garantire alle partorienti, la possibilità di far nascere i propri figli nei casi d’emergenza – ha poi aggiunto Torsiello – Anche se non è detto che una gestante poi decida di partorire a Sapri. Speravamo che questo momento non arrivasse”.
Se la situazione dovesse rimanere tale, tutte le gestanti del Golfo dovranno rivolgersi ad altre strutture ospedaliere . Diverse le battaglie e le manifestazioni che a partire dal 5 Marzo hanno riguardato l’intero territorio. Fronte comune è stato fatto dai rappresentanti istituzionali, dal Comitato di Lotta e dalle varie associazioni presenti sul territorio per evitare che il Punto nascite potesse chiudere le sue porte. Intanto un nuovo incontro con la direzione dell’Asl di Salerno è fissato per la metà del mese.
Un incontro che potrebbe essere decisivo non solo per il Punto nascite ma per l’intera struttura ospedaliera. “Mi sento di aggiungere – ha poi chiosato Torsiello – che sono arrivate alcune rassicurazioni da parte del Sindaco di Sapri Antonio Gentile rispetto ad una ulteriore proroga che dovrebbe riguardare il Punto nascite. Ma fino a quando non avremo notizie certe dobbiamo attenerci a quanto stabilito. Sicuramente questa situazione non fa bene a tutte coloro che hanno intenzione di mettere al mondo i loro figli. Tutta questa incertezza potrebbe indurre le donne a scegliere altre strutture ospedaliere. Tutto questo è molto triste”.