Salvitelle rinnova la sua fede tra fatica, tradizione e memoria. Anche quest’anno, il piccolo borgo salernitano ha celebrato San Sebastiano con uno dei riti più suggestivi del Mezzogiorno: la corsa a piedi nudi sul Monte Serra San Giacomo.
Tra fede, tradizione e devozione
Un appuntamento antico, radicato nel cuore della comunità, che ha visto 53 partecipanti affrontare rovi, sassi e sentieri impervi senza calzature, mossi da un legame profondo con la spiritualità e le proprie radici. A dominare la competizione è stato Pietro Caruso, volto noto della manifestazione, che ha tagliato per primo il traguardo dedicando la vittoria al padre recentemente scomparso. Un omaggio commosso, impresso anche sulla maglietta che ha indossato durante la gara. Tutti i corridori, rigorosamente originari di Salvitelle o legati alla cittadina da vincoli familiari, hanno concluso il percorso alla chiesa dello Spirito Santo, dove il tradizionale bacio al piede della statua del Santo ha suggellato il gesto di devozione. Al termine della corsa, l’atmosfera si è infiammata con l’attesissima lotta greco-romana, altro elemento storico della giornata.
A imporsi è stato Cristian Annunziata, acclamato dal pubblico assiepato sul campo. A fare da cornice all’evento, la partecipazione calorosa dei cittadini e la presenza della sindaca Maria Antonietta Scelza, che ha voluto sostenere di persona gli atleti e celebrare insieme alla comunità questo momento identitario. Le origini di questa corsa affondano nella storia: risalirebbero all’epoca della dominazione francese, quando i pastori del luogo correvano scalzi per sfuggire ai soldati invasori, appesantiti dai loro scarponi.