Si è svolta una riunione della Commissione Salute della Consulta regionale per la condizione della donna, convocata dalla presidente Ilaria Perrelli, per affrontare il delicato tema della possibile soppressione dei punti nascita negli ospedali di Piedimonte Matese, Polla, Sapri e Sessa Aurunca, in applicazione del decreto Balduzzi del 2015.
La riunione
Alla riunione ha preso parte anche una rappresentante del comitato “Se non ora quando – Vallo di Diano”, che ha illustrato i dati relativi al presidio ospedaliero di Polla, evidenziando numeri che ne dovrebbero garantire la permanenza: 366 parti nel 2024, nessun decesso materno o neonatale negli ultimi vent’anni ed un tasso di tagli cesarei del 20%, ben al di sotto della media nazionale.
I dati
Numeri che dimostrano l’elevato livello di sicurezza e qualità del servizio, sottolineando che il limite di 500 parti annui previsto dal decreto Balduzzi non può essere applicato meccanicamente, senza considerare il contesto territoriale e i fattori di rischio legati all’accessibilità ai servizi sanitari. La chiusura dei punti nascita in aree interne come il Vallo di Diano o il Golfo di Policastro significherebbe infatti aumentare i rischi per partorienti e neonati, a causa delle lunghe distanze da percorrere verso gli ospedali alternativi.
Le criticità
Nonostante tre deroghe già concesse in passato (2016, 2018 e 2023), si continua a ventilare la chiusura di queste strutture con logiche ragionieristiche, ignorando le peculiarità geografiche e demografiche delle zone interessate. La presidente Perrelli ha ascoltato con attenzione le criticità sollevate dal comitato del Vallo di Diano e dal comitato civico di Sapri, impegnandosi a redigere un documento ufficiale della Consulta a sostegno del mantenimento dei punti nascita.