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Pronto soccorso di Agropoli, la FP CGIL sollecita l’Asl: “Ora dalle promesse si passi ai fatti”

La FP CGIL Salerno chiede all'ASL di trasformare il Punto di Primo Intervento di Agropoli in Pronto Soccorso

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 16 Ottobre 2025
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Fp Cgil

La FP CGIL di Salerno ha indirizzato una nota ufficiale al Direttore Generale dell’ASL Salerno, ing. Gennaro Sosto, sollecitando l’immediata trasformazione del Punto di Primo Intervento (PPI) dell’Ospedale di Agropoli in un Pronto Soccorso (PS) pienamente operativo. Il sindacato evidenzia come sia urgente passare “dalle premesse ai fatti” per restituire alla città il servizio minimo previsto dalla normativa.

La nota

Il segretario generale della FP CGIL Salerno, Antonio Capezzuto, ha ricordato l’impegno assunto dal Direttore Generale lo scorso 26 agosto dinanzi al consiglio comunale agropolese, riguardante la rimodulazione dell’atto aziendale per prevedere “l’istituzionalizzazione del Pronto Soccorso (PS) nel breve termine e la riapertura immediata del Punto di Primo Intervento (PPI)”.

La richiesta del sindacato poggia su dati concreti che dimostrano l’inadeguatezza della configurazione attuale. Il DM 70/2015, la normativa di classificazione dell’offerta ospedaliera, prevedrebbe per l’ospedale di Agropoli, classificato come “presidio di area particolarmente disagiata”, un Pronto Soccorso funzionante.

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Tuttavia, l’attuale Atto aziendale ASL non lo contempla, mantenendo il Punto di Primo Intervento (PPI), una figura “a scomparsa, o quanto meno non funzionale”, e di norma prevedibile solo fino a 6.000 accessi.

I numeri reali sono nettamente superiori: “nel 2024 il Punto di Primo Intervento di Agropoli ha registrato quasi 12.000 accessi, e a fine agosto 2025 gli accessi erano già 8.000”, sottolinea Capezzuto.

Questi dati, sebbene non raggiungano la soglia di 20.000 prestazioni necessarie per un Pronto Soccorso di base (a causa dell’esclusione dei ricoveri nei reparti), dimostrano come il servizio operi de facto a un livello di intensità ben oltre quello di un PPI.

Carenze di Personale e Misure di Sicurezza Non Attuate

Il sindacato denuncia la carenza di personale (solo tre medici per il PPI, due internisti in Medicina e un medico per la Riabilitazione), ma precisa che questo non può rappresentare un ostacolo insormontabile, citando “esempi eclatanti di Pronto Soccorsi con dotazione pari o inferiore”. La criticità principale risiede nell’assenza di supporto strutturale cruciale.

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La FP CGIL evidenzia come la reale motivazione della difficoltà di reclutamento sia la mancanza di “supporto cardiologico strutturale e rianimativo”. Inoltre, l’ospedale, in quanto presidio di area disagiata, dovrebbe prevedere anche una day-surgery o una week-surgery (con presenza del chirurgo nelle ore diurne o feriali) per assicurare conforto alle attività del Pronto Soccorso, misura anch’essa non prevista dall’Atto aziendale.

Decongestionare l’Area Nord

Massimiliano Voza, coordinatore medici e degenti SSN FP CGIL, ha commentato l’importanza strategica di Agropoli: “Una porta di accesso alle cure per i turisti cilentani… e i cittadini delle aree interne ad Agropoli consentirebbe la delocalizzazione delle cure, con decongestionamento dell’area nord”.

Voza ha poi insistito sulla necessità di una programmazione efficace, contraria ai tagli indiscriminati: “Si parla spesso di razionalizzazione, ma non bisogna tagliare, piuttosto occorre programmare il miglior utilizzo delle risorse”.

Per garantire maggiore sicurezza ai pazienti e rendere la sede attrattiva per i medici, la proposta del sindacato è chiara: “occorrerebbe un consulente cardiologo con turno 8-20, e un consulente anestesista, anche nell’ambito di una ambulanza rianimativa per trasferimenti ospedalieri in area critica. Oltre alla presenza del chirurgo”.

TAG:Cilentofp cgilospedale agropolipronto soccorso
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