Si è svolto questa mattina, giovedì 28 agosto, a Padula, presso l’aula consiliare della Certosa di San Lorenzo, il tavolo tecnico promosso dall’Amministrazione Comunale per affrontare il delicato tema della carenza idrica che interessa il Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte, uno dei simboli identitari e culturali del Vallo di Diano.
L’incontro
All’incontro hanno partecipato numerosi rappresentanti istituzionali e della comunità locale. Presenti il consigliere comunale delegato all’Ambiente Giuseppe Tierno, il presidente del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano e Tanagro Beniamino Curcio con il direttore Mariano Alliegro, la titolare della Società Agricola La Fonte Monica Rosciano, l’assessora all’Istruzione di Sala Consilina Domenica Ferrari, il presidente del Comitato Civico di Padula Giuseppe Perito, don Vincenzo Federico parroco della Chiesa di Sant’Alfonso, don Giuseppe Radesca parroco di San Michele Arcangelo e vicario generale della Diocesi di Teggiano-Policastro, l’assessore al Turismo di Padula Antonio Fortunati, il professor Germano Torresi, la consigliera del Consorzio Maria Amato e l’ingegnere Brunetti.
Il commento
Dopo i saluti introduttivi, il consigliere Tierno ha sottolineato l’importanza di una collaborazione corale: «Quello di oggi è solo il primo passo di un percorso che dovrà coinvolgere tutti i soggetti interessati. Sul Battistero occorre programmare interventi condivisi con un unico obiettivo: preservare un bene unico al mondo e garantirne l’utilizzo secondo i canoni previsti».
Gli obiettivi
Tra i temi principali emersi, quello della riduzione del livello delle acque sollevato da Monica Rosciano: «Da anni notiamo un abbassamento progressivo, dovuto anche a fattori ambientali, ma soprattutto in caso di emungimento di acque sotterranee. La sorgente alimenta non solo il Battistero, ma anche i terreni agricoli circostanti. Serve una riflessione sul futuro della capacità di questa fonte, che non è solo risorsa agricola ma parte integrante dell’ambiente fluviale da cui trae origine».
Un’osservazione condivisa anche dal presidente del Comitato Civico di Padula, Giuseppe Perito, che ha ricordato come già nel 2017 il tema fosse stato segnalato a seguito di una grave crisi idrica, dovuta, secondo Perito, all’attività di emungimento da parte del Consorzio. «L’assenza di un sistema di monitoraggio costante ha reso più difficile comprendere la reale portata del problema. È fondamentale ripristinare i sensori, affinché i dati possano guidare decisioni puntuali», ha dichiarato.
Sul punto è intervenuto il presidente del Consorzio di Bonifica, Beniamino Curcio, respingendo le accuse che hanno coinvolto l’ente: «L’impianto irriguo risale a trent’anni fa, fu approvato e finanziato dai ministeri competenti. I controlli dimostrano che anche a pieno regime il livello dell’acqua del Battistero oscilla di pochi centimetri, senza conseguenze significative. Piuttosto, le cause vanno ricercate nei cambiamenti climatici, nei periodi siccitosi sempre più frequenti e nella scarsa capacità del terreno di assorbire le piogge improvvise».
Curcio ha inoltre confermato la disponibilità a riattivare i sensori rimossi negli anni scorsi, in collaborazione con la Soprintendenza: «Il nostro obiettivo è tutelare insieme un bene di straordinario valore storico e religioso. Siamo pronti, qualora la Soprintendenza non dovesse intervenire, a ripristinare i sensori per adempiere a un obbligo stabilito trent’anni fa».
Le prospettive
Il confronto si è concluso con l’impegno comune a proseguire il dialogo e a costruire un percorso condiviso, al quale ha già manifestato la volontà di partecipare anche la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Salerno e Avellino, capace di tenere insieme la tutela del Battistero e la salvaguardia della risorsa idrica, nel segno della responsabilità verso la storia e il territorio.