Il 13 luglio ricorre l’anniversario della morte del celebre scienziato Carminantonio Lippi, avvenuta a Napoli. Nato il 6 ottobre 1761 a Casal Velino, Lippi fu un rinomato mineralogista, geologo e vulcanologo italiano. La sua figura si distinse per l’erudizione poliglotta e per il ruolo centrale che ebbe durante la stagione illuministica del Regno delle Due Sicilie.
Il gruppo di studiosi
Insieme ad altri intellettuali, Lippi fu parte di un gruppo di giovani studiosi inviati in varie zone d’Europa — tra cui il Regno Unito e l’Impero asburgico — su iniziativa di Maria Carolina d’Asburgo-Lorena. Lo scopo era quello di acquisire esperienze internazionali, secondo la politica di apertura e rinnovamento culturale promossa dalla sovrana.
Gli studi e i viaggi di Lippi in Europa si protrassero per dieci anni. Le preziose collezioni mineralogiche che riportò nel Regno di Napoli divennero il nucleo originario che, attraverso un decreto reale del febbraio 1801, permise la fondazione del Museo di Mineralogia dell’Università di Napoli.
Le sue opere
Oltre alle sue ricerche nel campo delle scienze della terra, Lippi è noto per l’ideazione di un ponte sospeso sul fiume Garigliano, che sostenne con la pubblicazione di cinque memorie. Tuttavia, la sua costruzione avvenne solo dopo la sua scomparsa: il ponte fu completato tra il 1822 e il 1829, dodici anni dopo la proposta originale.
Tra le opere scientifiche più rilevanti si distingue lo studio del 1810 sull’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Secondo Lippi, le città di Pompei ed Ercolano furono sepolte da alluvioni, e non dalle ceneri vulcaniche come comunemente ritenuto.
Carminantonio Lippi si spense prematuramente all’età di 62 anni. Il suo lascito scientifico e intellettuale continua a essere fonte di ispirazione ancora oggi.