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Cani randagi “venduti” ai canili: atti di Agropoli e Roccadaspide in Procura

Caso dei cani randagi venduti, Regione chiede di revocare i provvedimenti e annuncia che informerà del caso Procura e Corte dei Conti

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 30 Settembre 2022
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Cani randagi

Cani randagi in vendita? Bocciate le iniziative di Agropoli e Roccadaspide. Il caso si era proposto lo scorso agosto, allorquando il Comune rocchese accolse la proposta di un canile privato di affidamento definitivo dei cani randagi accalappiati sul territorio. Un provvedimento messo in atto anche dal Comune di Agropoli.

Cani randagi venduti: la polemica degli animalisti

La scelta dei sindaci Gabriele Iuliano e Roberto Mutalipassi fu oggetto di contestazioni in quanto compito degli enti locali dovrebbe essere «quello di vigilare sui canili a cui affidano i propri cani ed incentivare le adozioni e invece risolvono il problema vendendo i randagi», accusavano le associazioni animaliste del territorio.

Sul caso era intervenuta la Lega del Cane di Salerno, che aveva chiesto lumi alla Regione ed annunciato un ricorso al Tar.

La risposta della Regione

A distanza di circa un mese arriva la risposta da palazzo Santa Lucia sulla questione cani randagi, firmata dal direttore dell’Unità Operativa Dirigenziale Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria.

Gli uffici, per Roccadaspide, ritengono «illegittima la delibera di giunta comunale del 21 marzo 2022, la determina n. 550 del 20 giugno 2022 ed il successivo atto di liquidazione in favore della società per l’affido definitivo dei cani. (…)» e aggiungono: «E’ opportuno che codesto ente provveda alla revoca in autotutela degli atti adottati». Del caso informate la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti.

Medesimo provvedimento per quanto riguarda il Comune di Agropoli che aveva appena avviato l’iter e aveva approvato una determina di impegno, affidamento, aggiudicazione e approvazione del contratto. Anche in questo caso attivate Procura della Repubblica e Corte dei Conti.

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