Cilento

Men in the box, la band che dal Cilento sta spopolando in rete e in Europa 

Conosciamo la band Man in the Box che dal Cilento si è fatta notare all'estero ed ora si può ascoltare anche su spotify.

Bruno Sodano

10 Luglio 2022

Abbiamo incontrato i ragazzi di “Man in the Box”, la band cilentana che, finalmente, dopo 12 anni sta raccogliendo i suoi frutti guadagnando consensi e riscuotendo molto successo sul web e nei diversi concerti. La band nasce da un’idea di Vito Tambasco, Gabriele De Marco , Carmine e Francesco Carincial fine di fingere il sogno americano musicale nel cilento: un pò come quando da ragazzino fingi di essere il capitano di un’astronave di cartone sulla luna posta nel salotto di casa tua.Li abbiamo intervistati per voi:

Come nasce men in the box? Qual è la vostra ispirazione? Raccontateci la vostra storia.


“La band nasce nel 2010 a Salento sulle orme della musica alternative e grunge dei 90′ di band come Nirvana , Radiohead e Alice In Chains. É infatti palese La citazione alla famosissima Man In The box degli Alice In Chains per quanto riguarda il nome del gruppo. Dopo vari cambi di formazione abbiamo trovato una nostra stabilità stilistica musicale e suonato in vari festival come Rock In Naples, Meeting Del Mare e Emergenza festival fino all’uscita del nostro primo album:
…Hearts , and other plastic parts. Oggi, con la famiglia allargata a 6 membri con l’aggiunta Di Edoardo Di Vietri, Valentin Bernard , Giovanni Rizzo e i senatori Matteo De Marco e Michael Veneri ancora presenti, la band si prepara ad avverare alcuni sogni che erano da troppo tempo nei nostri cassetti”.

Quanto Cilento c’è nelle vostre canzoni?

“Il rapporto tra noi e la nostra terra d’origine è sempre stato un Odio et Amo . Inizialmente è stato il motivo per cui abbiamo iniziato a suonare, sentendoci infatti intrappolati nella morsa arida che a volte fa da sfondo al nostro territorio. Ora invece, vivendo all’estero , il senso di appartenenza ad esso è stato alla base di alcune delle nuove canzoni che faranno parte del nuovo EP in uscita a dicembre”.

Qual è il posto che maggiormente ha influenzato il vostro percorso?

“Se dovessi pensare ad un posto nello specifico – esclama Vito Tambasco – direi subito Pisciotta: è lì che conservo i legami e i ricordi della mia luminosa giovinezza ed adolescenza che sono alla base del nostro primo album. Basti guardare Il video della nostra ” The one in many ” per capire quanto sia importante per me quel luogo: è come se quel paese fosse contenuto in una clessidra rotta e le sabbie del tempo si siano riversate in un placido presente per chiunque abbia la fortuna di metterci piede”.

Qual è il messaggio che volete trasmettere con le vostre canzoni?


“Nel primo album ci siamo soffermati sul concetto dell’empatia umana: abbiamo affrontato temi come l’isolamento, l’amore in ogni sua forma e tutte le conseguenze che comporta il crescere in ambiente avverso al tuo cuore. Non c’era un vero e proprio messaggio da trasmettere , ma il ricercarlo tramite un monologo astratto tra noi e i nostri ascoltatori tramite l’unica lingua universale: la musica”.


Quanto lavoro c’è dietro una band emergente?

“C’è il sacrificio di una vita intera: dietro ci sono giornate intere passate a distruggersi le dita su corde arrugginite di strumenti troppo costosi, usati per produrre musica capita da pochi e suonata in serate per cui bisogna lottare come dannati per un cachet che basterà probabilmente solo per la benzina. Ma ne vale la pena. Sempre”.


Quali sono i vostri progetti futuri?


“Attualmente, Dopo 4 anni di stop, il progetto è legato a doppio filo al nostro sogno di suonare in europa e ritornare in auge grazie alla nuova musica maturata in questi anni.
Stiamo valorizzando attualmente il nostro primo album dandogli l’importanza che meritava e che non gli abbiamo mai dato in attesa di presentare il nostro nuovo Ep, in uscita per la fine dell’anno, e le date del nuovo mini tour che si svolgerà tra Italia, Germania e Rep. Ceca”.


Essere cilentani quanto sta aiutando la vostra crescita personale?


“Non abbiamo avuto un effettivo giovamento nell’essere cilentani in quanto le opportunità che offre alla musica sono sempre più limitate, ma ci piacerebbe esporre all’europa e ai cilentani stessi l’importanza di sviluppare l’attività musicale. Semmai il Cilento ne avesse bisogno, noi saremo pronti”.

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