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Confraternite ad Agropoli in età Moderna e Contemporanea

La tradizione

A cura di Redazione Infocilento Pubblicato il 21 Aprile 2019
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Le Confraternite di Camella e di Serramezzana ad Agropoli (Venerdì Santo, 19 aprile 2019) suggeriscono un interessante percorso storico di fede e di cultura, mai adeguatamente affrontato ad Agropoli. In queste brevi note, che sono una elaborazione di quanto scritto da Pietro Ebner nel 1982 (Chiesa baroni e popolo nel Cilento, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, vol. I, pp. 480-484), e che rappresentano l’inizio di una trattazione più articolata, ricordiamo che già nel 1583 il commissario apostolico Silvio Galasso aveva annotato in Agropoli, nella chiesa di S. Maria di Costantinopoli, la presenza di una confraternita; inoltre una confraternita era allora annessa alla cappella del Rosario, istituita nel convento francescano.

Il 22 agosto 1612 mons. de Matta e Haro confermava l’esistenza della prima confraternita (rendita annuale di ducati 5). Il 9 giugno 1698 il vicario Placido de Pace riscontrava nella Cappella del Nome di Gesù , ubicata nella parrocchiale dei santi Pietro e Paolo, un “monte dei morti” con confraternita, ove si celebravano 11 messe annue per i confratelli defunti. Questa esisteva ancora al momento della visita del vescovo mons. De Nicolai, il 16 aprile 1714, insieme ad un’altra confraternita, sita nella cappella di S. Maria dei sette dolori (Andrea Reale direttore spirituale), allogata nella cappella di S. Maria della pietà, che per le poche rendite il vescovo Bonito aveva unito alla parrocchiale. È mons. Giulio Raymondi, nella successiva visita dell’8 febbraio 1742, ad attestare l’esistenza di quest’ultima e a constatare nella cappella del Rosario della chiesa parrocchiale una confraternita, di cui era provvista nella medesima chiesa anche la cappella della Anime del Purgatorio. Questa esisteva al momento della visita di mons. Zuccari (19 gennaio 1771).

La cappella del Monte dei Morti intitolata a S. Maria Addolorata, che mons. Siciliani visitò il 3 ottobre 1875, ospitava una «confraternita provvisoria dell’Addolorata», mentre nella visita di mons. Maglione (8 maggio 1884), nell’abitato, si registrava la cappella dell’Assunzione, con statua lignea e confraternita, i cui statuti risultavano approvati il 2 luglio 1858, e la cappella del Carmine, provvista anch’essa di confraternita. Una congrega di Carità risultava, quindi, nell’abitato, nella cappella dei Sette Dolori, nel corso delle visite di mons. Maglione del 9 ottobre 1885 e di mons. Jacuzio del 27 settembre 1905, definita dell’Addolorata nella visita di quest’ultimo,l’11 maggio 1913.

ANTONIO CAPANO

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