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Gusto e tradizioni di Pasqua: Le Pardule | VIDEO

Bentrovati amici di InfoCilento oggi siamo in Sardegna e voglio raccontarvi di un dolce molto antico, tipico di Pasqua, le Pardule o Pardulas

A cura di Bruno Sodano
Pubblicato il 14 Aprile 2017
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Bentrovati amici di InfoCilento oggi siamo in Sardegna e voglio raccontarvi di un dolce molto antico, tipico di Pasqua, conosciuto in tutto il mondo come simbolo di questa fantastica isola: le Pardule o Pardulas


Inserite nel PAT ( prodotti sardi agroalimentari tradizionali ) le Pardule rappresentano la vera identità del popolo sardo. Dolci creazioni delle maestre druccere che con le loro abili mani creano leccornie tutte da gustare. Non possono assolutamente mancare a fine pasto e vengono preparate il sabato santo. Regine della Pasqua le Pardule vengono chiamate in modi differenti in base a dove ci troviamo: Pardule o pardulas con arrescottu nel Campidano, formagelle e ricottelle a Sassari o casadinas nel Nuorese. La ricetta deriva dalle ” placente ” che sarebbero delle piccole tortine sfogliate di origine greco romana. Catone nel De Agri Cultura ne racconta ingredienti e preparazione. Il nome ha varie origini, la più accreditata è questa: essendo a forma di cupola richiama il pancione di una donna in dolce attesa e la parola partula vuol dire partoriente. Infatti possiamo immaginarla come una piccola cupola che da alla luce l’essenza sarda attraverso i suoi prodotti ed i suoi profumi: agrumi e zafferano che si sposano con il formaggio. Antonio Gramsci le annovera in una sua lettera dedicata alla madre nel raccontare un suo pranzo immaginario: “Sono sicuro che ci vedremo ancora tutti assieme, figli, nipoti e forse, chissà, pronipoti, e faremo un grandissimo pranzo con kulurzones e pardulas” ( lettera 19 del 26 febbraio 1927 ).

Un dolce davvero molto tipico che racconta attraverso la sua storia un popolo ricco di tradizioni. Vi anticipo che non sono molto dolci e la loro particolarità è questa sfoglia croccante ed il suo ripieno ricco di freschezza primaverile. La ricetta originale prevede come farina il granito ma noi possiamo usare tranquillamente la semola di grano duro rimacinata.

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A piacere si possono decorare con naspro o zucchero a velo.

Per la pasta:

250 gr di semola di grano duro rimacinata

250gr di farina

100 ml di acqua

60 gr di strutto

Per il ripieno:

500 gr di ricotta di pecora

100 gr di zucchero

100 gr di farina

8 gr di lievito in polvere

2 uova

Una bustina di zafferano

Buccia grattugiata di un limone e di un’arancia

Preparazione:

Per la pasta mettiamo in una ciotola tutti gli ingredienti. Impastiamo per bene, copriamo con pellicola trasparente e facciamo riposare in frigo per un paio d’ore.

Prendiamo una ciotola e setacciamo la nostra ricotta. Aggiungiamo zucchero, farina, uova, lievito, zafferano e mischiamo tutto per bene aiutandoci con una forchetta. Grattugiamo la buccia dei nostri agrumi e finiamo di mescolare per bene.

Cacciamo la nostra pasta dal frigo. Stendiamola e ricaviamone tante sfere con un coppapasta dove andremo a sistemare un mezzo cucchiaio del nostro ripieno. Poi prendiamo la nostra sfera e pizzichiamo i lati come a voler formare delle stelle. Inforniamo a 180° per 20 minuti circa.

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TAG:Cilento
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