
Torna ‘A Maschkarata, l’Antico Carnevale di San Mauro Cilento, un mix di scene di teatro popolare che si intrecciano tra di loro e che rimandano alla commedia dell’arte. L’evento si tiene normalmente l’ultima domenica del Carnevale e il martedì grasso. Il giorno della sfilata viene suonata la tófa (buccina), per annunziare la manifestazione.
Pulcinella esce di casa accompagnato dalle figlie Zite; è molto geloso e le fa piantonare dal Volante e dal Turco. Questi girano intorno alle Zite in senso l’uno contrario all’altro ballando. Ogni tanto il prete prova a rapisce una Zita. Allora Pulcinella richiama il Volante, collaborato dal Turco, che corre a salvare la sorella creando un parapiglia.
Tuttavia l’insidia più spietata è quella dei Cacciatori. Si presceglie uno spettatore e gli si batte una mano sulla spalla. Se lo spettatore resta impassibile, il Cacciatore non insiste; se invece si gira, il Cacciatore irrora il malcapitato di crusca: intervengono allora il Medico, il Barbiere, il Notaio. Constatata la morte del malcapitato, il Diavolo e il Prete si contendono la sua anima. La Morte allunga la sua falce.
Per le sue battute a doppio senso, il Cardalàna (lavoratore del lino) usa gli attrezzi del mestiere.
Maschera caratteristica è la Doppia Persona composta da un manichino dalle forme umane montato sulla schiena dell’attore.
Il Martedì Grasso entra in scena Cannuluvàro, già morto, per essersi mangiate troppe polpette. Disteso su una scala, è portato a spalle da quattro maschere vestite di nero. E’ un pupazzo di paglia, che alla fine della sfilata, viene bruciato.
I materiali, costumi, maschere e ogni occorrente sono custoditi nella Mostra Viva sita nel complesso del palazzo Paleologo.